Calderisi: non c’è stata nessuna bocciatura, né giuridica, né politica
L'esperto di regolamenti parlamentari del Pdl: «La riforma non è stata bocciata, il suo iter va avanti»
ROMA - Il voto nella Commissione bicamerale «non rappresenta alcuna bocciatura né giuridica né politica del decreto attuativo del federalismo municipale» e dunque l'iter della riforma andrà avanti, con comunicazioni del Governo sottoposte al voto delle Camere sui suoi contenuti ed un rinnovo della commissione bicamerale di controllo sull'attuazione del federalismo fiscale il cui equilibrio interno non è stato ricalibrato dopo il passaggio all'opposizione di Futuro e Libertà e la nascita del nuovo gruppo dei 'Responsabili'. Lo spiega Peppino Calderisi, esperto di regolamenti parlamentari del Pdl di cui è rappresentante in commissione Affari Costituzionali di Montecitorio.
«La legge n. 42 del 2009 - argomenta Calderisi - è chiarissima., L'articolo 2, comma 4, prevede che il Governo possa addirittura disattendere i pareri della Commissione, comunicando alle Camere le sue osservazioni e le sue eventuali modificazioni. Figurarsi in presenza di un 'pareggio' che equivale alla mancata espressione del parere. Inoltre, l'articolo 3 comma 1, prevede che la composizione della Commissione debba rispecchiare la proporzione dei gruppi. Cosa che oggi non avviene in quanto la maggioranza di governo, che è in superiorità numerica in entrambe le Camere, ha solo 14 componenti su 30 (essendo Helga Thaler della SVP) anziché 16 su 30. Il nuovo gruppo di Iniziativa responsabile, ad esempio, non ha alcun rappresentante».
Di conseguenza, a giudizio di Calderisi, ora l'iter della riforma federalista proseguirà il suo corso, previa «necessità di «ripristinare al più presto la proporzionalità dei gruppi nella Commissione, come prevede la legge, in vista delle dei prossimi decreti attuativi del federalismo fiscale». E «mettere all'ordine del giorno delle Assemblee di Montecitorio e Palazzo Madama le comunicazioni del Governo in merito al decreto attuativo del federalismo municipale in modo da consentire al Parlamento di esprimere il proprio orientamento maggioritario».