19 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Falliscono le prove di dialogo fra Idv e Calderoli

Federalismo, Di Pietro vota contro

Intanto Enrico Letta come condizione del dialogo fra Pd e maggioranza propone Tremonti o Maroni premier al posto del Cavaliere. Di Pietro: Non vogliamo salvare Berlusconi

ROMA - L'Idv, giovedì in Bicamerale, voterà contro il decreto sul federalismo municipale, «senza se e senza ma». Lo dice Antonio Di Pietro a Repubblica.

DI PIETRO: NON SIAMO CONTRO IL FEDERALISMO - «Non siamo contro il federalismo» premette «ma hanno distrutto tutto il lavoro fatto, annullando il confronto avviato». Idv era pronta a presentare delle «proposte migliorative, aprendo un confronto serio sul piano tecnico. Con quel testo le imposte comunali aumentano, e crescono anche le disparità e le divaricazioni del Paese. Ma ora ci dicono prendere o lasciare. Noi lasciamo, non vogliamo diventare portatori d'acqua del Governo Berlusconi».

BERSANI: IL PREMIER NON PUÒ APRIRE UNA FASE NUOVA: NE E’ L’IMPEDIMENTO - «Il presidente del Consiglio non è in condizione di aprire una fase nuova; ne è anzi l'impedimento».
Così Pierluigi Bersani in una lettera al Corriere della Sera chiarisce il «no» giunto ieri dal Pd all'apertura di Silvio Berlusconi, sempre dalle colonne del Corsera. «Nessuna partita si può giocare a tempo scaduto. Ormai il paese non chiede al Presidente Berlusconi un programma: gli chiede un gesto».

SE BERLUSCONI SI DIMETTESSE NOI PRONTI PER UN GOVERNO DI UNITA’ NAZIONALE - Bersani torna a chiedere le dimissioni del capo del governo: «Mentre l'Italia perde drammaticamente la sua voce nel mondo ed è paralizzata davanti ai suoi problemi, se ci fosse da parte del Presidente del Consiglio la disponibilità a fare un passo indietro, tutti dovrebbero garantire, e ciascuno nel suo ruolo, senso di responsabilità e impegno. Se questa non sarà l'intenzione, il nuovo progetto per l'Italia dovrà essere presentato agli elettori».
La traccia dunque per il leader del Pd pare questa: se Berlusconi si dimettesse sarebbe possibile anche un governo di unità nazionale, o si torni alle urne. In questo caso, assicura Bersani, il Partito Democratico è pronto. «Ci accosteremmo a quella scadenza chiedendo a tutte le forze di opposizione di impegnarsi generosamente non 'contro' ma 'oltre', in una operazione comune... capace di suscitare in un paese sconfortato, un'idea di futuro».

ENRICO LETTA: IL PD PRONTO A DIALOGARE CON TREMONTI E MARONI PREMIER - Il dialogo sulla crescita sarebbe possibile ma con un altro Premier, anche Tremonti o Maroni. Lo dice Enrico Letta, vice segretario del Pd, al Foglio.
«Vogliamo prenderci sul serio? Vogliamo trasformare le interessanti proposte contenute nella lettera» di Berlusconi «in un'agenda economica di un nuovo Governo? Facciamolo. Ma facciamolo - dice Letta - con un altro Premier. Facciamolo con le persone responsabili di centrodestra. Perché oggi noi non abbiamo paura a dire che un programma di quel tipo, presentato da un governo guidato da Tremonti o un Maroni saremmo disposti ad appoggiarlo anche domani».

FRANCESCHINI: TIPICA MODDA DEL CAVALIERE QUANDO HA GUAI CON LA GIUSTIZIA - Con la proposta ieri, a Bersani, di un lavoro comune sulla crescita Berlusconi «ha fatto una mossa disperata. Ma è sempre la stessa da 15 anni. Quando sulla scena compaiono vicende giudiziarie imbarazzanti lui alza un polverone per impedire che si approfondisca il dibattito sulle accuse». Lo dice Dario Franceschini, capogruppo del Pd alla Camera, a Repubblica.
La mossa del Pd, ribadisce, «è il dialogo. Ma come si può credere a uno che ha avuto 15 anni per dimostrarsi un leader politico normale?». In caso di altro leader del centrodestra, «o nel caso di un governo di emergenza, si apre un'autostrada per lavorare, con intese bipartisan, su federalismo e crisi economica».