20 aprile 2024
Aggiornato 07:00
Maggioranza

Federalismo ed elezioni, nella Lega doppia linea Maroni-Calderoli

Giovedì Bossi da Berlusconi dopo voti in Parlamento. Lì, spiegano, si deciderà la linea da seguire di fronte al sempre più probabile pareggio sul federalismo

ROMA - Uno avverte: federalismo o voto. L'altro smussa, ridimensiona, lima, media: non è l'ora dei diktat. La notizia è che i due stanno all'interno di un partito, la Lega, che ha fatto della granitica unità d'intenti il suo punto di forza e di diversità. I due sono Roberto Maroni e Roberto Calderoli, in mezzo naturalmente c'è Umberto Bossi. Oggi, sul futuro dell'esecutivo, i due colonnelli padani hanno mostrato una divaricazione significativa. Certo, spesso il senatùr ha 'sfruttato' accelerazioni di alcuni dei suoi e le ha bilanciate con brusche frenate di altri fedelissimi. Ma questa volta sono due pezzi da novanta a uscire allo scoperto. E a dividersi.

Il primo a intervenire è stato Maroni. Dalle colonne del Corsera ha pronunciato parole dure come pietre: «Se giovedì il federalismo non passa andiamo tutti a casa. C'è uno scontro tra le istituzioni dal quale si deve uscire al più presto per far ripartire l'attività di Governo». Secondo il titolare dell'Interno, inoltre, Napolitano potrebbe sciogliere le Camere anche senza le dimissioni del premier, nel caso in cui «la lotta politica degenerasse». Ma è sul capitolo premiership che Maroni si è spinto molti in avanti: Berlusconi candidato premier? «Non se ne è mai parlato perché Berlusconi ha sempre respinto l'ipotesi del voto. Vedremo».

Nel pomeriggio la Lega si riunisce a via Bellerio, con Maroni assente giustificato. A sera arriva una nota del ministro della Semplificazione che di fatto si dissocia dal collega di partito: «Confrontiamoci tutti, maggioranza e opposizioni, sul merito di una riforma che potrà essere epocale, lasciamo perdere improvvidi diktat e collocazioni di schieramento politico, non legandola alla durata della legislatura». Segue il richiamo all'unico leader, Bossi: «Abbiamo discusso a lungo, ci siamo confrontati nel merito, abbiamo accolto richieste e proposte provenienti dalla maggioranza e dalle opposizioni, non per avere un voto pro o contro il Governo, ma un voto nell'interesse del Paese e del suo futuro. Questo mi ha chiesto di fare Umberto Bossi e nella Lega Nord a decidere è soltanto il suo Segretario Federale».

Di certo - per ora - c'è che giovedì, dopo il voto della bicameralina sul federalismo, è già fissato un incontro tra Bossi e Berlusconi (anche se non è escluso un faccia a faccia preliminare anche prima di giovedì). Lì, spiegano, si deciderà la linea da seguire di fronte al sempre più probabile pareggio sul federalismo.