28 agosto 2025
Aggiornato 06:00
E’ rottura fra Chiamparino e Calderoli

Sulla trincea del fisco municipale è scontro fra Lega, Comuni e Commercianti

Ma Bossi alza il tiro: «o federalismo o morte». Intanto il Terzo Polo chiede una proroga: «o rimandiamo l'approvazione o voteremo contro»

ROMA - «Mi pare ci sia una indisponibilità molto netta da parte del ministro Calderoli a tornare in conferenza Unificata. Ci ha detto che non ci sono le condizioni e che non è previsto dalla legge 42». Così il presidente dell'Anci, Sergio Chiamparino, al termine della riunione con Calderoli e La Loggia sul decreto attuativo del federalismo fiscale in materia di fisco comunale. Chiamparino ha anche spiegato che con il ministro Calderoli non ha discusso della proposta del terzo polo di prorogare i termini della delega.
Quanto alle richieste di modifica del decreto avanzate dall'Associazione nazionale dei Comuni, Chiamparino ha spiegato che la riunione «è stata interlocutoria: su alcune questioni sembra ci sia disponibilità ad accogliere le nostre richieste ma che non vediamo le carte, nero su bianco...».

POLLICE VERSO DEI COMUNI AL PACCHETTO CALDEROLI - Pollice verso dai Comuni alla nuova versione del federalismo municipale, prevista nel nuovo testo di decreto del ministro Calderoli. Il principale torto del decreto sul fisco municipale è quello di «ledere l'autonomia dei Comuni», ha detto il presidente dell'Anci e sindaco di Torino Sergio Chiamparino, in una dichiarazione pubblicata sul sito dall'Anci al termine della riunione dedicata all'analisi del nuovo testo del decreto Calderoli sul federalismo municipale.

I COMUNI COMPATTI CONTRO ALCUNI PUNTI DEL NUOVO REGIME - «C'è un documento unanime dell'ufficio di presidenza dell'Anci che rileva alcune incertezze nella definizione del testo - ha spiegato poi Chiamparino, partecipando alla presentazione alla stampa estera degli eventi per i 150 anni dell'unità d'Italia - ci sono dei punti da approfondire sia per quanto riguarda l'assetto transitorio che per l'assetto a regime. Ci preoccupa, in particolare, il fatto che l'aliquota dell'Imu verrebbe definita dalla legge di stabilità. Per noi questo vuol dire non avere certezza quando facciamo i bilanci e vuol dire che i Comuni ogni anno dovranno venire col cappello in mano a Roma».

BOSSI: PER ME SOLO DUE OPZIONI: O FEDERALISMO O MORTE - «Nessun'altra ipotesi: o il federalismo o il voto, o federalismo o morte». Umberto Bossi risponde così ai giornalisti che gli chiedono se per la Lega esistano anche altre opzioni subordinate, ad esempio un premier di centrodestra diverso da Silvio Berlusconi. E anche in caso di voto anticipato, «il premier è sempre Berlusconi».

SE NON PASSA ANDREMO AL VOTO - Ai giornalisti che gli facevano presente la 'presa di posizione del Pd contro il decreto legislativo sul fisco municipale, Bossi replica: «Vedremo quel che succede». Di sicuro, ribadisce, se non passa «andremo al voto».

TERZO POLO: NON SIAMO CONTRARI, MA RIMANDIAMO - Il Terzo polo è pronto ha presentare un emendamento al Milleproroghe con il quale si chiede di prorogare i termini della delega sul federalismo. La mossa sarà annunciata domani nei suoi dettagli, porterà l'Aula a votare sulla richiesta di slittamento che difficilmente potrà essere accolta dalla maggioranza. La scelta farebbe parte della strategia messa a punto dal nascente Polo della nazione e comporterebbe, in caso di bocciatura parlamentare della richiesta, a un voto contrario sul federalismo in bicamerale.
In una nota congiunta, i rappresentanti di Udc, Api e Fli nella Bicamerale (Gian Luca Galletti, Linda Lanzillotta e Mario Baldassarri) scrivono: «Chiediamo una proroga della delega sul federalismo fiscale. Non siamo contrari alla riforma. Ma questo testo sul federalismo municipale così com'è non va».