19 aprile 2024
Aggiornato 07:00
Partito Democratico

Franceschini propone network dei parlamentari progressisti

La proposta: «Ci serve un luogo in cui elaborare le riflessioni comuni sul futuro. Smettiamo di inseguire la destra e prendiamo strada riformista»

ROMA - Dar vita ad un network dei parlamentari progressisti, un luogo di incontro e di riflessione nel quale elaborare posizioni comuni sulle principali sfide politiche globali. E' la proposta che lancia Dario Franceschini concludendo il seminario che ha visto riuniti i parlamentari di quasi tutti i gruppi progressisti europei e mondiali.

«Le grandi sfide della globalizzazione - ha spiegato il capogruppo Pd alla Camera durante il seminario dal titolo Sconfiggere il populismo, promuovere un governo equo e progressista, Conferenza dei leaders parlamentari - ci impongono di cercare luoghi di incontro nei quali scrivere regole del futuro. Non è appassionante che si discuta nel nostro campo, quello dei progressisti nuovi basi del diritto internazionale? Penso ad esempio ai nuovi criteri per definire il Pil. Possibile che questo parametro universale debba essere discusso da commissioni nazionali? La crisi del 2008 e Obama hanno aperto una fase nuova, nella direzione giusta: governi e Stati che accettano di cedere una parte di sovranità, ma questo sta avvenendo solo al livello dei governi, mentre occorrerebbe prima una riflessione politica, un'analisi dentro i partiti».

Franceschini si chiede dunque se sia «possibile che le scelte globali siano precedute da riflessioni nazionali e non invece da riflessioni globali tra i partiti dello stesso campo, progressisti e conservatori», in modo da produrre non solo «decisioni di emergenza per il giorno dopo ma cominciare a elaborare modelli per il futuro. Il Pd è nato con questa ambizione, dentro il nostro partito ci sono culture socialiste, liberaldemocratiche, cattoliche, ecc. E perciò pensiamo sia inesorabile andare nella direzione di costruire un luogo di elaborazione del pensiero che sia comune e che non sia basato sulle storie da cui veniamo ma su dove vogliamo andare, così potremmo scoprire di essere più vicini di quanto pensiamo. Sarebbe opportuno che anche i conservatori lo facessero». «Serve tempo - ha aggiunto il capogruppo Democratico - ma non c'è tempo, il mondo va in fretta e la politica sembra impaurita e troppo lenta. Questa è la prima sfida che dobbiamo affrontare: la destra utilizza la paura per raccogliere consenso, noi dobbiamo riuscire a trasformare la paura in un'opportunità di cambiamento per il futuro, smettendo di inseguire la destra e trovando una strada realmente riformista». Franceschini ha quindi ricordato che da tempo si parla di costruire un luogo comune dei progressisti e propone perciò ai presenti di dar vita ad un «progressive parliamentary network, un gruppo di lavoro che si incontri periodicamente, quindi spesso, su temi specifici così da ritrovarsi poi a prendere le stesse scelte, la posizione dei progressisti, nei rispettivi parlamenti. Mi piacerebbe - ha concluso - che tra qualche anno si parlasse di questo network ricordando che il lavoro è cominciato a Roma il 14 e 15 gennaio del 2011».