12 ottobre 2025
Aggiornato 12:00
Salute

«Vaccino contro l'influenza per le categorie a rischio»

Appello dell'Istituto Superiore di Sanità: «Per l'efficacia servono 2 settimane, picco dell'influenza a fine gennaio»

ROMA - Vaccinarsi subito, specialmente se si appartiene a categorie a rischio di complicanze come i malati cronici e gli anziani, visto che il picco dell'influenza in Italia è atteso verso la fine di gennaio e l'inizio di febbraio 2011 e che il vaccino richiede due settimane per essere efficace. Sono i consigli che arrivano dall'Istituto superiore di Sanità e riportati in una nota sul sito Epicentro. E' di oggi la notizia della morte di un uomo di 51 anni di Zapponeta, nel foggiano, malato di diabete, morto a causa del virus AH1N1, mentre la scorsa settimana un decesso associato al virus pandemico AH1N1 è avvenuto in Friuli Venezia Giulia.

Guardando agli altri paesi, secondo i dati dell'Health Protection Agency al 6 gennaio 2011 il Regno Unito ha segnalato 50 decessi associati a influenza confermata (45 da virus A/H1N1v e 5 da virus B). La maggior parte delle persone decedute risultava non vaccinata, nonostante il 70% appartenesse a categorie a rischio per le quali la vaccinazione antinfluenzale era raccomandata.

Anche in Italia quindi, a fronte dell'aumento del numero dei casi registrati nelle ultime due settimane, ci si aspetta un incremento di malattie gravi e decessi associati all'influenza «che tuttavia rientra nell'atteso», spiega l'Iss. Ogni anno, infatti, durante le normali stagioni influenzali, anche nel nostro Paese l'influenza provoca mediamente 8mila morti, considerando tutte le cause di morte e circa 1000 decessi considerando come causa di morte soltanto polmonite e influenza. Le uniche differenze, rispetto alle stagioni influenzali non pandemiche, sono relative alle fasce di età più colpite, normalmente rappresentate dai soggetti al di sopra dei 65 anni. Nelle ultime due stagioni, in cui sta circolando il virus pandemico, i casi gravi e i decessi sono stati registrati anche in soggetti più giovani che presentavano patologie croniche di base e in una piccola percentuale di soggetti giovani sani.