19 aprile 2024
Aggiornato 01:00
Verso la fiducia

Il Pdl contro Fini: parla come Di Pietro

Il portavoce del partito Daniele Capezzone: «Ostilità ossessiva contro Berlusconi, in una partita che Fini gioca senza scrupoli sulla pelle del Paese»

ROMA - «A maggior ragione dopo aver ascoltato Gianfranco Fini da Lucia Annunziata, desidero esprimere solidarietà agli uomini che hanno tentato fino all'ultimo, con spirito da colombe, di indurlo a scelte più ragionevoli e di buon senso. E invece, è ormai chiaro che Fini è chiuso in un bunker, senza prospettive e senza ragionevolezza, e parla come Di Pietro». Lo dichiara Daniele Capezzone, portavoce del Pdl.
«Con la differenza che a Di Pietro va riconosciuta la nettezza e la chiarezza di una posizione ormai storica. Invece, Fini si arrampica sugli specchi, si appella ipocritamente al calcolo dei giorni (quello che non è possibile oggi sarebbe invece stato possibile sette giorni fa o tre giorni fa, secondo lui): ma ormai non può più nascondere che la sua unica bussola è l'antiberlusconismo, una ostilità ormai personale, livorosa e ossessiva alla persona del Premier, in una partita che Fini gioca senza scrupoli sulla pelle del Paese», prosegue.

«CASO FINI» - «E che questo avvenga da parte di qualcuno che, come Presidente della Camera, dovrebbe essere impegnato a svolgere un ruolo super partes, rende tutto ancora più grave. Fini sta realizzando un precedente gravissimo: dopo di lui, ogni carica istituzionale potrà invocare il caso Fini come un precedente per giustificare qualunque atto partigiano e fazioso. E Fini non può cavarsela dicendo che la sua imparzialità deve limitarsi alla gestione dell'Aula: è inaccettabile che la terza carica dello Stato usi la sua poltrona per condurre scissioni, attaccare un Governo, ospitare nei suoi uffici riunioni ribaltoniste, condurre ogni giorno polemiche laceranti. O pensa che gli italiani non abbiano capito come lui ha agito in questi mesi? Se davvero pensa questo, sottovaluta e offende l'intelligenza degli elettori», conclude Capezzone.