Verdini: il «me ne frego» non era un'offesa al Colle
Il coordinatore del PDL ribadisce: «Montatura, battuta estrapolata. Ho parlato un'ora prima della frase su Napolitano»
ROMA - Una «mistificazione clamorosa» dovuta al fatto che «su un ragionamento di un'oretta sono stato impiccato ad una frase», quella secondo cui «politicamente i partiti se ne fregano delle prerogative altrui perché hanno le loro». Denis Verdini, coordinatore Pdl, torna sulla vicenda che lo ha visto al centro delle polemiche negli ultimi due giorni. E al Giornale spiega che in quelle parole non c'era «per nulla» un attacco al Quirinale, «ho parlato alle 19, ignoravo che dopo un'ora e mezzo il Colle avrebbe diffuso quella nota (sulle prerogative del Presidente nella crisi di Governo, ndr). C'è stata una strumentalizzazione di una battuta fuori contesto e un montaggio sbagliato dei fatti». Piuttosto, aggiunge, «secondo me il Presidente voleva zittire Fini che nel pomeriggio l'aveva tirato per la giacca» prefigurando «un ribaltone».