Cicchitto: rispettiamo i poteri di Napolitano
Lo afferma in una nota il Capogruppo alla Camera del PDL: «Ma è legittimo dire che l'Esecutivo del Terzo Polo è un ribaltone»
ROMA - «Da parte nostra non viene e non verrà mai meno il rispetto che dobbiamo al Presidente della Repubblica e alle sue prerogative. Di conseguenza, al di là di polemiche contingenti, il punto in discussione è un altro». Lo afferma in una nota il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto dopo gli attacchi di alcuni esponenti del partito al Quirinale e le parole del coordinatore del Pdl Denis Verdini.
CONTRO IL RIBALTONE - «Qualora il governo, come noi ci auguriamo e come è probabile perchè la cifra della cosiddetta «quota 317» evocata dagli esponenti del Terzo Polo è solo sulla carta ed è sbandierata per influenzare gli incerti, ottenga la fiducia nei due rami del Parlamento ovviamente nulla quaestio - spiega Cicchitto -. Evidentemente le cose sarebbero destinate a complicarsi qualora alla Camera passasse un voto di sfiducia. In quel caso sarebbe evidentemente del tutto legittimo che noi sottoponessimo all'attenzione del capo dello Stato e dell'opinione pubblica alcune valutazioni di fondo. In primo luogo che non ci potrebbe essere governo tecnico «in re ipsa» perchè il Pdl e la Lega in quel caso non sarebbero disponibili e chiederebbero elezioni anticipate. Si tratterebbe allora di fare un governo del tutto «politico» fondato su un autentico ribaltone costituito dall'alleanza fra il Terzo Polo, il Pd ed eventualmente l'Italia del Valori». Inoltre, sottolinea Cicchitto, questo governo «non avrebbe nessuna base nè politica nè programmatica per affrontare alcun problema. Per questo, rendendosi conto del cul de sac in cui si sono cacciati con la loro improvvida presentazione della mozione di sfiducia, adesso Fini-Casini-Rutelli chiedono a Berlusconi il favore di dare le dimissioni prima del 14 dicembre, in modo da risolvere i loro problemi. Ovviamente Berlusconi non farà questo favore al Terzo Polo e tanto meno alla sinistra».
LE ALTERNATIVE - «Per queste ragioni politiche di fondo, nel più pieno rispetto delle prerogative del capo dello Stato - conclude Cicchitto -, ma anche tenendo conto della sovranità degli elettori e delle posizioni di alcune forze politiche assai importanti quali il Pdl e la Lega, le uniche alternative possibili sono: o la tenuta del governo Berlusconi - con tutti gli arricchimenti programmatici anche derivanti dalle proposte delle forze sociali e con qualche disponibilità a prendere in considerazione le modifiche possibili e accettabili della seconda parte della Costituzione e della stessa legge elettorale - oppure le elezioni anticipate».