28 marzo 2024
Aggiornato 14:00
Università

La Lotta degli studenti si sposta sul voto di fiducia

Link: «I cittadini si uniscano per costruire una giornata di liberazione». Udu: «Servono atenei migliori, le mobilitazioni non si fermeranno»

ROMA - Slittata la votazione sul ddl di riforma dell'università, la mobilitazione degli studenti si concentra sul voto di fiducia del governo a Montecitorio: «non si è mai vista tanta determinazione tra gli studenti - dice Claudio Riccio, portavoce nazionale Link, una delle principali associazioni studentesche universitarie - e non intendiamo mollare: il 14 dicembre saremo in piazza a Roma e in tutt'Italia. Ci appelliamo non solo agli studenti, ma ai cittadini e alle cittadine italiane a unirsi a noi per una grande giornata, non solo di opposizione, bensì di riscatto sociale».

Gli studenti sono consapevoli del fatto che un'eventuale caduta del governo condurrebbe verso il probabile annullamento dell'iter di approvazione del testo di riforma accademica: «il governo - continua Riccio - è precario come noi, ma, a differenza di Berlusconi e dei suoi vassalli di oggi e di ieri, a differenza di chi lo sostiene e di chi abbandona la barca, noi non cadiamo. Noi il giorno dopo saremo ancora lì, nelle scuole, nelle università, tra le macerie di questo paese, pronti a costruire un'alternativa, pronti a ricostruirci il futuro. Se il 14 dicembre finirà un'epoca, la prossima saremo noi».

Le organizzazioni studentesche chiedono di unirsi ad altre componenti sociali: «mobilitiamoci in tutte le città, invitiamo la società civile, i lavoratori e le lavoratori, il mondo della cultura e i cittadini in lotta a costruire con noi una vera e propria giornata di liberazione. Mandiamolo a casa costruiamo il futuro». Se «la maggioranza è in crisi» è «perché non si aspettavano una nostra risposta, una reazione emotiva, intelligente, lucida e radicale, che è riuscita a inserirsi in un dibattito pubblico che era tutto incentrato - conclude il rappresentante di Link - su case a Montecarlo e escort maggiorenni e non». Anche Giorgio Paterna, coordinatore dell'Unione degli universitari, sostiene che «di certo le nostre mobilitazioni non si fermeranno, anzi continueranno fino al ritiro del ddl e perché abbiamo un'idea migliore di università pubblica per il futuro del paese che vogliamo portare oltre il 14 dicembre».