20 aprile 2024
Aggiornato 09:00
Mafia

Sequestro da 1,5 miliardi a imprenditore trapanese

L'uomo, attivo nel settore eolico, era vicino a Messina Denaro indicato tuttora come il numero uno di Cosa nostra

TRAPANI - La sezione misure di prevenzione del Tribunale di Trapani, su richiesta della Direzione investigativa antimafia, ha sequestrato beni per circa 1,5 miliardi di euro ad un importante imprenditore siciliano attivo nel settore dell'energia eolica e fotovoltaica. Sotto la lente della magistratura sono finite diverse società le cui sedi sono dislocate tra Palermo, Trapani, Roma, Milano, nonchè alcuni Paesi esteri.

PROTEZIONE MAFIOSA - Secondo i magistrati, che si sono avvalsi delle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia, l'imprenditore avrebbe intrattenuto da tempo legami con alcuni esponenti mafiosi di spicco, dal boss corleonese Leoluca Bagarella, fedelissimo di Totò Riina; a Salvatore e Sandro Lo Piccolo, al superlatitante Matteo Messina Denaro, indicato tuttora come il numero uno di Cosa nostra. Al fine di ricavare protezione e tutela dalla mafia, l'imprenditore avrebbe versato nelle casse delle cosche somme di denaro calcolate sulla base del valore dei lavori commissionati alla società.