Schifani «difende» Fini, ma Pdl insiste: deve lasciare
Il Presidente della Camera apprezza: «Lo ringrazio, conosce bene la Carta». Il Partito del Premier è sicuro: «Il Presidente del Senato parla da Istituzione»
GUBBIO - Renato Schifani ci pensa un attimo, prima di rispondere alla domanda, poi dice convinto: «Per regolamento e Costituzione il Presidente Fini non è affatto sfiduciabile, esercita il suo ruolo con autorevolezza e imparzialità che gli viene riconosciuta». Parole nette, pronunciate prima di intervenire a Gubbio, dichiarazioni che non lasciano spazio a equivoci: «Non può essere sfiduciato a meno che non si fosse macchiato di responsabilità delle quali non mi risulta essersi macchiato».
Dichiarazioni che, almeno a una prima lettura stridono con le dure accuse a Fini pronunciate dal premier Silvio Berlusconi, in trasferta russa. Ma nel Pdl è tutto un ridimensionare: «Ha parlato da Presidente del Senato», spiegano uomini che conoscono Schifani. «Che altro poteva dire?», assicurano i berlusconiani duri e puri. Tanto che, a sera, Sandro Bondi ribadisce: «Io sulle dimissioni di Fini non cambio idea». Schifani spende dunque parole istituzionali, ma nette, su Fini. Il primo, fra i big nella maggioranza, a non chiedere la testa del Presidente della Camera. Poi mette in guardia dal rischio che il voto ancticipato rappresenterebbero un «trauma per la democrazia», prima di partire anticipatamente per Palermo a causa di un serio problema familiare che lo costringerà a saltare anche la partecipazione, domani, alla festa di Atreju.
Le urne sarebbero dunque un trauma, ma certo in caso di crisi sarà Napolitano a guidare con saggezza quella fase delicata. Schifani non si sbilancia, riporta le ragioni di chi non vede alternative all'attuale esecutivo e chi invece spinge per soluzioni diverse, ma offre un indizio su come la pensi: «Gli italiani hanno scelto un premier e una maggioranza».
Ma sono le parole su Fini a far discutere. E proprio il Presidente della Camera, dal Canada, a sottolineare: «Non mi ritengo sorpreso, il presidente Schifani conosce molto bene la Costituzione. Lo ringrazio per le sue affermazioni. E' la riprova che alcune polemiche durano lo spazio di un mattino».
Ma è tutta la componente finiana ad apprezzare. Per Benedetto Della Vedova, le parole pronunciate dal «Presidente del Senato Schifani chiudono il secondo - e spero ultimo - tempo della tragicommedia estiva seguita all'espulsione del Presidente Fini dal PdL: il licenziamento politico del Presidente della Camera non è costituzionalmente possibile, né istituzionalmente giustificabile». Concorda Andrea Ronchi, ministro finiano, che definisce quelle di Schifani «parole di saggezza».