18 aprile 2024
Aggiornato 22:00

Fini va da Rutelli e apre strada al discorso di Mirabello

«Fare ciò che è giusto, anche se non conviene«

Labro (Ri), 4 set  - Alla vigilia dell'attesissimo discorso a Mirabello, Gianfranco Fini apre la strada al suo futuro politico alla festa del partito di Rutelli. "Ci sono delle volte in cui bisogna fare ciò che si sente giusto anche se non è conveniente". E allora, tanto vale togliersi la giacca da presidente della Camera, allentare un pochino la cravatta (e prendere un impegno "a nome di quegli amici che hanno come me un'idea diversa di centrodestra". Gianfranco Fini è arrivato a Labro e, quasi con noncuranza, ha vestito i panni del leader di una formazione politica. Con buona pace di chi, anche fra i suoi, diceva che non avrebbe parlato o di chi diceva "vedrete, rientrerà".

"Il presidente della Camera - ha detto Fini - è garante del pluralismo che ci deve essere in una democrazia Ma spero che questo calore (la platea di Api è stata prodiga di applausi, 7 in tutto) sia anche per alcune cose che ho detto e fatto". Per 10 minuti buoni, il discorso è virato sui 'soliti' temi da 'presidente della Camera'.

Poi, inaspettato, l'affondo: "c'è ora una grande questione, sia per chi come me ha un'idea di destra della politica, sia per formazioni politiche che hanno radici diverse come la vostra. E' necessario su tante questioni un lavoro serio di confronto per individuare una volta tanto ciò che può unire e non soltanto fare a gara su ciò che divide. Uno dei problemi nazionali è che in questa lunga interminabile transizione, caduto un muro, sembra sempre che se ne alzi un altro e in alcuni casi sono muri che vengono alzati volutamente per rendere impossibile non soltanto il dialogo ma anche la soluzione di alcuni problemi". Poi, l'impegno "a nome di quegli amici che hanno una certa idea del centrodestra italiano. Credo di poter prendere con voi, con la vostra forza politica, questo impegno, anche per rendere non solo attuale, ma riempirla di contenuti la ricorrenza del centocinquantesimo anniversario dell'unità d'Italia".

E il gioco è fatto: Fini non dice Pdl, non dice 'il partito che ho contribuito a fondare', non fa alcun accenno a Silvio Berlusconi. Parla e firma impegni "a nome di quegli amici che hanno una certa idea del centrodestra italiano". E Rutelli, in platea, è raggiante: "stavolta - dice a mezza bocca - c'è una prospettiva". Perchè Fini è determinato, e nel suo seguito si annuncia piano "domani a Mirabello ci divertiamo".