Fini a Letta: chi «spara» sulle istituzioni danneggia il Paese
Incontro tra il presidente della Camera e il sottosegretario dopo la visita alla camera ardente di Cossiga. Cicchitto: «Non è escluso che il premier parli alle Camere»
ROMA - Si sono appartati per qualche minuto. Da sempre è Gianni Letta, anche nei momenti più aspri, a tenere le fila del rapporto con Gianfranco Fini. Un canale interrotto solo per brevi periodi. Oggi, dopo la camera ardente dell'ex presidente della Repubblica Cossiga, un nuovo 'contatto' fra il sottosegretario e il Presidente della Camera. Sembra che i due abbiano provato a fare un breve punto sulla attualità politica e le prospettive alla ripresa di settembre.
Il ragionamento di Fini - Chi alimenta conflitti istituzionali, sparando sulle istituzioni, danneggia il Paese: sarebbe stato questo il succo del ragionamento che Fini avrebbe svolto conversando con il sottosegretario, secondo quanto si apprende.
Sembra chiaro il riferimento innanzitutto ai duri attacchi rivolti da alcuni esponenti del Pdl a Giorgio Napolitano. Ma è chiaro che anche le richieste di dimissioni del Presidente della Camera, avanzate nei giorni scorsi da esponenti del Pdl, rientrano nel ragionamento di Fini.
Cicchitto: «Lavoreremo in positivo e non per rompere» - Non è detto che il confronto con i finiani sul documento preparato dal premier porti inevitabilmente alla rottura. Lo assicura, ai microfoni del Tg3, il capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto. «Lavoreremo in positivo e non per rompere», spiega, indicando lo spirito «costruttivo», con il quale il Pdl e il governo si apprestano alla 'verifica' di settembre sul documento in quattro punti che verrà presentato ai finiani e in Parlamento per la fiducia. «Sono questioni - la giustizia, il fisco, il federalismo e il Mezzogiorno - che riguardano il bene del Paese», spiega Cicchitto, e «su queste cose ci confronteremo, perché noi vogliamo governare. Viceversa - ribadisce - se non ci dovesse essere più la maggioranza, l'unica strada sarebbe tornare alle urne».
Bossi: «Se Fini si dimette blocca la corsa alle elezioni» - «Se si dimette fa bella figura e blocca la corsa alle elezioni, che sembra inevitabile». Il leader della Lega Umberto Bossi propone «una via d'uscita» personale allo scontro Berlusconi-Fini per salvare la legislatura. «Lo dico perché la gente poi ci pensa - ha detto Bossi conversando, in nottata, con i giornalisti a Calalzo di Cadore - Automaticamente bloccherebbe la corsa alle elezioni. Lo dico da abbastanza esperto di politica. È un mio ragionamento».
«Se si dimettesse - ha detto Bossi dopo aver festeggiato con Calderoli il compleanno del ministro dell'Economia Giulio Tremonti all'hotel Ferrovia di Calalzo di Cadore - si recupererebbe lui, farebbe una gran bella figura». E ammette che, se Fini lasciasse la presidenza della Camera, toglierebbe argomenti a Berlusconi, che «farebbe più fatica a chiedere le elezioni».
Per il dopo Fini alla terza carica dello Stato, Bossi si è affidato all'ironia: «Fini dovrebbe aprire un'agenzia immobiliare», ha detto sorridendo. «Le dimissioni di Fini ora sono più probabili. Poi dato, che difficilmente le cose vanno come voglio io?. Vediamo».