19 aprile 2024
Aggiornato 05:30
Politica & Giustizia

Maggioranza alle prese con il rebus Caliendo

Fini ha «idee chiarissime» sulla mozione di sfiducia. Di Pietro: «L'ex An voti contro il sottosegretario»

ROMA - Maggioranza alle prese con il rebus Caliendo, se discutere o meno alla Camera la mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni questa settimana. E l'ipotesi che la mozione di sfiducia al sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo, coinvolto nell'inchiesta sulla cosidetta P3, non venga messa questa settimana in votazione in aula alla Camera nello spazio di lavori settimanali riservato alle opposizioni come da loro richiesta, è legata a due possibilità.
La prima è che il sottosegretario Caliendo si dimetta dal Governo prima del voto parlamentare. La seconda è che il Governo decida di non far proseguire oltre i lavori di aula a Montecitorio.

CONFERENZA CAPIGRUPPO - Oggi alle 17, infatti, il presidente della Camera Gianfranco Fini ha convocato la Conferenza dei capigruppo proprio per decidere se stilare un calendario di lavori anche ad agosto oppure no. Al momento, infatti, erano previste sedute fino al 31 luglio. Ma sono ancora da convertire in legge due decreti del Governo, quello Tirrenia sul trasporto marittimo e quello sul nucleare e le energie rinnovabili. Scontato il sì dell'opposizione ai lavori la prima settimana di agosto per votare su Caliendo, se il Governo annuncerà il ritiro dei decreti e la decisione di lasciarli decadere, la maggioranza avrà buon gioco a votare contro un nuovo calendario di agosto, rinviando a settembre la ripresa dei lavori d'aula.

«IDEE CHIARISSIME» - Ieri il presidente Fini ha fatto sapere, attraverso il suo portavoce Fabrizio Alfano di avere «idee chiarissime» sulla mozione di sfiducia delle opposizioni nei confronti del Sottosegretario Caliendo, sotto inchiesta nell'indagine sulla cosiddetta P3. Idee che «discuterà con il suo gruppo un attimo prima dell'eventuale voto sulla mozione di sfiducia».

DI PIETRO - Fini voti la sfiducia a Caliendo. Di Pietro sfida l'ex leader di An: mostri che la sua è una battaglia per la legalità, non una furbata.
In un'intervista al Il Fatto Quotidiano, il leader dell'Italia dei Valori rivolge un appello a Fini e a Bersani 'per un voto di sfiducia al governo Berlusconi. Ma è un accordo che dura il tempo di un battito d'ali, dopodiché ognuno torna nella sua identità ideologica. Poi si andrebbe «alle elezioni, noi nel centrosinistra e lui nel centrodestra».