26 aprile 2024
Aggiornato 04:00
Politica

Decade il dl antidemolizioni in Campania

La maggioranza ritarda in aula e accusa la Bindi: «Va ripetuto il voto». La replica: «Ho atteso anche più dei tempi normali»

ROMA - Scintille in aula a Montecitorio dopo che, a sorpresa, sono state approvate con 249 si' e 231 no le pregiudiziali di costituzionalità delle opposizioni al decreto del governo che sospende alcune demolizioni ordinate dalla regione in Campania. Il successo delle opposizioni è stato frutto delle molte assenze nei banchi del centrodestra. Ma la maggioranza accusa la presidente di turno Rosy Bindi di aver chiuso la votazione prima del tempo, senza aver dato modo di votare a molti loro deputati entrati in aula all'ultimo minuto.

Il Capogruppo del Pdl ha accusato la Bindi di scelta deliberata e la lega ne ha chiesto le dimissioni, chiedendo la convocazione della riunione dei capigruppo. Subito è intervenuto a difesa della Bindi il capogruppo del Pd Dario Franceschini, sottolineando come anche deputati di opposizioni arrivati in ritardo non sono riusciti a votare. La maggioranza, per bocca dei capigruppo e del Vicepresidente della camera Maurizio Lupi, che pure ha escluso comportamenti 'dolosi' della presidenza, la ripetizione del voto. «Lei ha offeso il Parlamento», ha accusato la Bindi il Pdl con il capogruppo Cicchitto e il deputato Labocetta.

Bindi si è autodifesa con forza: «ho aspettato - ha detto - anche più dei tempi normali di attesa. Il problema non è la chiusura della votazione ma il non diritto a prendersi tempi di pausa più lunghi del necessario». Per Dario Franceschini, la ripetizione di un voto valido sarebbe possibile solo se autorizzato dal consenso unanime di tutti e 630 i deputati della Camera.