19 agosto 2025
Aggiornato 05:30
Lo scontro nel PdL

Fini: da parte nostra nessuna imboscata al governo

«Chi mi segue rispetta programma del partito». Pubblicati sul web i nomi dei parlamentari vicini alle posizioni del presidente della Camera

AREZZO - «Il gruppo di parlamentari che si riconosce intorno alle questioni che io pongo non ha l'obiettivo di far cadere il governo o di tendere imboscate». Lo ha detto il presidente della Camera, Gianfranco Fini, parlando con i giornalisti a Castiglion Fiorentino. «I deputati e i senatori che ritengono fondate alcune delle mie osservazioni hanno ben chiaro che il loro preciso dovere è di rispettare il programma del Pdl», ha aggiunto Fini.

SALE NELLA MINESTRA - «In un grande partito del 35% tutti coloro che hanno la volontà di porre delle questioni dalle quali muovere un dibattito, tutti coloro che cercano di mettere il 'sale nella minestra', tutti quelli che dicono che è giusto fare così ma magari cercano di farlo meglio, vanno ringraziati, non vanno contestati. Temo semmai che ci sia una palude in cui non si discute».
«Proprio perché credo in partito plurale che ha però dei valori di riferimento comuni - ha affermato Fini - tutto quello che anima il dibattito, per me, é benvenuto». Per Fini, però, «il dibattito non deve nemmeno essere anarchia. Quando il presidente Silvio Berlusconi dice 'discutiamo ma poi dobbiamo trovare un punto di caduta' ha ragione - ha aggiunto -. L'importante è farlo con rispetto nei confronti di chi magari è cosciente di portare nel dibattito posizioni minoritarie. Io penso sempre che tre, quattro o cinque teste pensino meglio di due».

LA LISTA - Fini chiarisce che «i deputati e i senatori che ritengono fondate alcune delle mie osservazioni hanno ben chiaro che il loro preciso dovere è quello di rispettare il programma che tutto il Pdl ha presentato al popolo italiano, perché a partire da me siamo stati eletti tutti sulla scorta di un programma e questo va rispettato». Una lista, quella pubblicata sul web, utile anche per «contare» il numero dei «finiani» all'interno del partito, soprattutto alla luce delle recenti tensioni tra Fini e il premier, Silvio Berlusconi. Ne fanno parte i deputati Giuseppe Angeli, Luca Barbareschi, Claudio Barbaro, Luca Bellotti, Italo Bocchino, Carmelo Briguglio, Antonio Buonfiglio, Benedetto Della Vedova, Aldo Di Biagio, Francesco Divella, Fabio Granata, Antonino Lo Presti, Roberto Menia, Silvano Moffa, Angela Napoli, Gianfranco Paglia, Carmine Patarino, Flavia Perina, Catia Polidori, Francesco Proietti Cosimi, Enzo Raisi, Giuseppe Scalia, Maria Grazia Siliquini, Mirko Tremaglia e Adolfo Urso; e i senatori Candido De Angelis, Egidio Digilio, Maria Ida Germontani, Giuseppe Menardi, Maurizio Saia e Giuseppe Valditara; gli europarlamentari Cristiana Muscardini, Enzo Rivellini, Potito Salatto e Salvatore Tatarella.