30 luglio 2025
Aggiornato 18:30
Lo scontro nel PdL

Fini: nessun incontro senza risposte

Il Premier: «Così nulla da dirgli». Ma è scontro su chi ha chiesto l'incontro. E scatta il caso del bigliettino: «Fare pace? Fare finta!»

ROMA - Da una parte c'è la realpolitik, la considerazione che visto il momento difficile (leggi crisi economica, inchieste incombenti) una «stabilizzazione» della convivenza va trovata. Dall'altra c'è il rapporto umano, ormai compromesso, con molta probabilità in modo non più sanabile. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, lo ha spiegato ieri durante una cena con i consiglieri regionali del Lazio. «Io con Fini sono pronto a metterci una pietra sopra, ad andare oltre». Ma c'è un ma. Perché a suo giudizio i problemi posti dal presidente della Camera durante la ormai famosa direzione del Pdl erano «secondari» e comunque già «risolti».

IL BIGLIETTINO - Non è così che la vede la terza carica dello Stato. E la cronistoria dell'incontro con Denis Verdini che si doveva tenere ieri, poi saltato e rinviato a oggi e alla fine persino smentito, la racconta lunga sullo stato dell'arte. «Fino a quando non ci saranno risposte politiche ai problemi che ho sollevato - è il messaggio affidato da Fini ai suoi - è prematuro fare incontri, soprattutto con intermediari». Una replica gelida giustificata, viene spiegato dall'entourage del presidente della Camera, anche dalla versione fatta filtrare da via dell'Umiltà secondo cui sarebbe stato lui a chiedere l'incontro al coordinatore del Pdl e non viceversa. A sera, poi, una nuova potenziale polemica è pronta a esplodere, a causa di un bigliettino scritto dal Presidente della Camera. Mentre accanto a lui ci sono Walter Veltroni e Franco Frattini, l'ex leader di An scrive, prendendo spunto dal titolo del libro che sta presentando: «Fare pace? Fare finta!».

BERLUSCONI «INFASTIDITO» - Tutto, ovviamente, descrive il clima nel Pdl. Dal canto suo il premier, viene riferito, avrebbe commentato per l'ennesima volta con un «io non ho risposte diverse da dargli». Istintivamente, infatti, Berlusconi è «infastidito» da questi modi di fare che ai suoi occhi sono solo «vecchia politica». E però le colombe continuano a volare sopra palazzo Grazioli, invitando il premier a mettere da parte la personale antipatia e a lasciare aperta la porta del dialogo. Di una cosa, tuttavia, il presidente del Consiglio si sarebbe detto certo: «Un incontro faccia a faccia adesso sarebbe inutile. Finirebbe come le altre volte». Un incontro con Verdini - è il ragionamento che fanno a palazzo Grazioli - sarebbe stato 'propedeutico' a capire se dei margini di trattativa esistono davvero o no. Come a dire che o si arriva con un'intesa (che ovviamente stia bene al premier) o di riparlarsi non c'è bisogno.