3 maggio 2024
Aggiornato 08:00
Lo scontro nel PdL

Fini: nč tregua armata nč collaborazione: sereno confronto

Il Presidente della Camera: «Mi auguro che il dibattito sia libero, dipenderą da reciproca volontą»

ROMA - Non č una «tregua armata». quella tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini, come titola Porta a porta la registrazione dell'intervista al Presidente della Camera: «Francamente no - dice Fini - perchč tregua, perchč armata, qual č la guerra in corso?». Vespa insiste: «Ma una rottura c'č stata, cosa c'č ora una collaborazione?». «Un sereno confronto», replica Fini. E a Vespa che gli chiede di suggerire un nuovo titolo, Fini replica: «Guardi che se appare uno che si fa suggerire da me le cose, in questo momento rischia di avere problemi». Un rischio che Vespa non corre: «Sono in televisione da 42 anni...», dice il conduttore.

Tornando al clima con Berlusconi, Fini spiega: «Dopo il confronto in direzione, e il confronto tra me e il premier, si č aperta una fase nuova. Mi auguro ci sarą un rapporto di massima correttezza istituzionale: abbiamo due ruoli diversi ma tutti abbiamo il dovere di rispettare gli altri organismi istituzionali dal Presidente Repubblica alla magistratura. Poi mi auguro un confronto politico alla luce del sole, in cui sia consentito a chi ha delle valutazioni da fare di farle, anche se non convergenti con vertici del partito; che sia consentito a chi vuole dare un contributo all'attivitą di governo di farlo. Dipenderą dalla reciproca volontą».

«Sono addolorato per quello che č accaduto, ma sono in pace con la mia coscienza. La dignitą non si puņ svendere per piccole o grandi convenienze» ha aggiunto Fini. Ma nessun rancore verso gli ex An che non lo hanno seguito: «Nessuno ha avuto nessuna parola di censura». Nč č vero, come gli chiede Vespa, che abbia detto «Berlusconi se li č comprati»: «Nessuno č stato comprato, perchč nessuno si č messo in vendita», dice il Presidente della Camera. E Fini č convinto che coloro che sono d'accordo con lui sono pił di quelli che lo hanno detto in modo palese: «Gliel'ho detto a Berlusconi, in privato e in pubblico, devo tener chiusa la porta per non far entrare tutti quelli che mi dicono: 'Meno male che gli lo hai detto tu'».