26 aprile 2024
Aggiornato 00:30
A maggioranza qualificata

Riforme, Berlusconi studia Consulta eletta dalle Camere

Secondo quanto scrive il quotidiano la Stampa «al Premier piace il modello tedesco. Siì a ricorsi diretti da parte cittadini»

ROMA - Una Corte costituzionale composta da giudici eletti solo dal Parlamento a maggioranza qualificata, d'intesa dunque fra maggioranza e opposizione. E'il 'modello' tedesco di alta corte in funzione in Germania che, secondo quanto scrive oggi il quotidiano la Stampa, piace al Premier Silvio Berlusconi che ha dato mandato agli esperti di valutare nel dettaglio luci, ombre e praticabilità in un sistema costituzionale italiano.

La differenza principale nelle fonti di nomina fra la Corte tedesca e quella attuale italiana è evidente: la scomparsa dei giudici costituzionali nominati dal Capo dello Stato e di quelli eletti dai vertici della magistratura ordinaria e amministrativa. Altra differenza fondamentale è la possibilità di accesso diretto alla Corte costituzionale direttamente da parte dei cittadini.

LA CONSULTA ITALIANA - E' composta da quindici giudici eletti per nove anni e non rieleggibili, scelti per un terzo dal capo dello Stati, per un terzo dalla Camere in seduta comune, per un terzo dalle Supreme Magistrature Costituzionali. E' presieduta da giudice più anziano di elezione. Giudica la legittimità delle leggi del Parlamento e delle Regioni su ricorsi dei Magistrati, del Governo o di almeno cinque Consigli Regionali. Giudica la ammissibilità dei quesiti referendari su cui sono state raccolte le necessarie firme. Risolve i conflitti di attribuzione fra organi dello Stato.

LA CORTE FEDERALE TEDESCA - E' composta da da sedici giudici scelti fra esperti di diritto: otto sono eletti a maggioranza qualificata di intesa fra maggioranza e opposizione dal Bundestag, otto con analoga maggioranza dal Bundesrat. E' infatti richiesta per ogni nomina il voto dei 2/3 dei parlamentari. I giudici sono in carica per 12 anni e non possono essere rieletti. Alla Corte federale possono presentare ricorso per incostituzionalità delle leggi anche semplici cittadini