Bersani: serve un progetto per Italia e un partito più federale
Il leader del PD alla riunione dei segretari regionali: «Necessaria una road map per rafforzare il Paese e il partito»
ROMA - Serve un progetto per l'Italia e un Pd più forte anche in chiave federale. Pier Luigi Bersani nella riunione con i segretari regionali ha indicato in questi due temi la nuova agenda del Pd. «Il Paese ha davanti a sé dei problemi seri da affrontare - ha detto Bersani -. Serve un progetto per l'Italia» e una «road map per cambiare il Pd rafforzandolo anche in chiave federale».
Per farlo le proposte discusse oggi nella riunione sono state: rafforzare il ruolo dei circoli territoriali, stabilire l'incompatibilità tra ruoli di partito e ruoli istituzionali, pretendere dagli iscritti comportamenti sobri ed eticamente coerenti con l'adesione a un partito come il Pd, regole comuni a tutti i territori nei passaggi fondamentali dell'organizzazione del partito, ad esempio nei congressi locali. Sulle proposte c'è stata una sostanziale convergenza dei segretari regionali e se ne discuterà nuovamente nella direzione di sabato. Bersani ci ha tenuto a ribadire che «il Pd deve offrire al Paese una possibilità di cambiamento».
«Dobbiamo organizzare una reazione forte perchè è in gioco l'Italia. Queste elezioni hanno segnalato un distacco molto forte fra i cittadini e la politica che è stato certamente un elemento di difficoltà per noi ma non si può oscurare il fatto che anche la destra mostra per la prima volta una flessione - avverte Bersani -. Il problema è quindi come riportare più vicina la politica ai cittadini e i temi economici e sociali sono quelli da cui riprendere l'iniziativa, a cominciare dalle nuove generazioni che sono senza prospettiva».
Quanto al Pd, il segretario assicura che «discuteremo anche del partito, di quali misure organizzative prendere per esprimere meglio la nostra forza sul territorio, ma il problema adesso è rivolgerci alle questioni a cui tengono gli italiani, questa è la chiave perchè si cresca come grande partito popolare».
«Le primarie sono una medicina» - Il meccanismo delle primarie andrà approfondito e forse servirà qualche correzione, sono una «medicina» che deve essere utilizzata su decisione di un «medico», ma il tema non è prioritario in questo momento. Così, secondo quanto riferiscono, il segretario del Pd Pier Luigi Bersani si sarebbe espresso sulle primarie parlando all'assemblea dei senatori Pd.
Il segretario avrebbe sottolineato che, in occasione delle ultime regionali, le primarie sono state fatte a «macchia di leopardo», in alcuni casi sì e in altri no, ma che il tutto è avvenuto in maniera disordinata, senza un criterio preciso. Invece, avrebbe insistito, le primarie sono una «medicina» e deve esser il «medico» a dire quando usarla, altrimenti la «medicina» può anche «fare male».
Insomma, come già sostenuto durante la campagna congressuale, Bersani sembra ritenere che il meccanismo andrà probabilmente disciplinato meglio, ma il segretario non sembra volere affrontare ora questo capitolo. Secondo quanto riferiscono i partecipanti, Bersani avrebbe spiegato che «non è il momento» di discutere di questi aspetti, invitando tutti ad occuparsi piuttosto del profilo programmatico del partito.