4 maggio 2024
Aggiornato 03:30
Comuni al voto

Il Pd perde Mantova, ultima provincia lombarda «rossa»

Nella città lombarda smacco per i democratici: s'impone Sodano. Il Centrosinistra sconfitto rischia il ribaltone alle provinciali del 2011

MILANO - Mantova è ancora l'unica delle dodici Provincie lombarde amministrate dal centrosinistra, ma dopo la sconfitta di oggi al ballottaggio nel capoluogo del sindaco uscente Fiorenza Brioni (Pd), il centrodestra assapora già il «monocolore» alle provinciali del 2011. Il nuovo primo cittadino è Nicola Sodano, che ha preso il 52,18% (11.821 voti), contro il 47,81% (10.830 voti) della Brioni, e conquistato così un feudo del centrosinistra che ancora pochi giorni fa sembrava inespugnabile. Al primo turno il sindaco uscente aveva infatti preso il 40,72% dei consensi contro il 35,74% dell'avversario. Un vantaggio di poco più di 1200 voti.

Formigoni: «Bentornata in Lombardia» - In campagna elettorale, per evitare di perdere la sua storica roccaforte sul Mincio, il Pd aveva schierato l'ex segretario dei Ds Piero Fassino, l'ex premier Massimo D'Alema e, per ben due volte, il segretario Pierluigi Bersani. Dal palco di piazza Mantegna, affiancato dal segretario nazionale del Partito socialista Riccardo Nencini, Bersani aveva esaltando la valenza politica del ballottaggio mantovano. Comprensibile dunque l'entusiasmo di Roberto Formigoni, appena rieletto presidente della Lombardia, che ha subito commentato così l'elezione di Nicola Sodano a primo cittadino: «Cara e bella Mantova, bentornata in Lombardia».

Le reazioni - I voti che al primo turno sono andati agli outsider Antonino Zaniboni (7,32%) e Giampaolo Benedini (7,86%) potrebbero dunque essersi rivelati decisivi. Il primo ha lasciato libertà di voto, ma una parte del suo «Patto Nuovo», cioè l'Udc, si è apparentata con la Brioni. Il secondo si è invece apparentato con il centrodestra. Il combattivo sindaco uscente ha probabilmente pagato la faida interna all'ex maggioranza che aveva portato alle primarie per la scelta del candidato primo cittadino. In casa dei democratici ha pesato anche il sospetto passaggio, mai ufficializzato, di tre ex assessori della sua giunta al centrodestra. A puntare il dito contro gli avversari interni è la stessa Brioni: «Ho passato cinque anni di tribolazioni - commenta a caldo - causate da chi ha fatto di tutto per ostacolare il cambiamento e sostenere le lobby che vogliono aggredire il territorio».