29 marzo 2024
Aggiornato 09:30
La nota del Ministro

Alfano: da oggi a Palermo un capo mandamento in meno

Il Guardasigilli è soddisfatto: «I tre fermi del clan di Resuttana stroncano un escalation criminale»

ROMA - «Da oggi a Palermo c'è un capo mandamento in meno». Lo afferma, in una nota, il ministro della Giustizia Angelino Alfano commentando con soddisfazione il fermo di tre mafiosi del clan di Resuttana, uno dei quali accusato di essere il nuovo reggente e di gestire il racket delle estorsioni.

«Ringrazio i magistrati della direzione distrettuale antimafia di Palermo e i Carabinieri del comando provinciale - conclude il guardasigilli - per aver assicurato alla giustizia questi soggetti pericolosi e aver scongiurato definitivamente la loro escalation criminale all'ombra di dei boss della mafia siciliana».

OPERAZIONE DEI CARABINIERI - E' scattato stamani a Palermo il fermo per tre persone sospettate d'essere legate alla cosca mafiosa di Resuttana. I tre fermati sono Carlo Giannusa di 40 anni, Mario Napoli di 44, e Andrea Quatrosi, 52enne di Partinico. Per tutti le accuse sono di associazione mafiosa ed estorsione. Ad eseguire l'operazione sono stati i carabinieri del comando provinciale del capoluogo siciliano che hanno agito su mandato dei magistrati Antonio Ingroia, Lia Sava, Marcello Viola, Annamaria Picozzi, Francesco Del Bene e Gaetano Paci. Dalle indagini emergerebbe il ruolo di vertice ricoperto da Quatrosi, ritenuto il nuovo reggente del mandamento di Resuttana. A portare gli inquirenti su questa pista sono state le dichiarazioni rese dal nuovo collaboratore di giustizia Manuel Pasta, che in passato ha gestito gli affari della famiglia, dedicandosi in particolare alle estorsioni. Sempre in queste ore i militari dell'Arma, che stanno lavorando insieme agli artificieri, stanno provvedendo a diverse perquisizioni alla ricerca dell'arsenale in dotazione alla cosca.