19 aprile 2024
Aggiornato 07:00
Tremonti: «Meno di 10 anni per attuarlo»

Napolitano a Verona. La Lega: promuove il federalismo

Il Presidente della Repubblica: «Non è in contrasto con l'unità d'Italia». Il Governatore del Veneto Zaia: «Con lui il sole»

VERONA - Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano arriva a Verona e gli amministratori leghisti, dal neo governatore Luca Zaia al sindaco del capoluogo scaligero Flavio Tosi, lo accolgono con un tripudio di elogi: è «il presidente di tutti gli italiani», è «il promotore e il garante di un federalismo equo».

Sono lontani e definitivamente archiviati i tempi - era il 2007 - nei quali lo stesso Tosi toglieva la foto di Napolitano dal suo studio dicendo di non sentirsi rappresentato. Oggi Tosi è addirittura emozionato, si concede qualche battuta («ho messo la cravatta per una penitenza doverosa...«), ma soprattutto riconosce in Napolitano il presidente di tutti. E anche da parte del capo dello Stato viene ribadita la convinzione, «non di ora e neppure successiva all'elezione del Quirinale», precisa lui stesso, che unità del Paese e federalismo non siano due concetti opposti.

Anzi, precisa Napolitano, in un articolato discorso a braccio al Comune di Verona, «si possono valorizzare le autonomie in un quadro unitario sia a livello regionale che nazionale» e si deve portare al termine il federalismo dopo «ritardi, insufficienze e delusioni» nella costruzione di uno Stato non più centrale e ripetitivo. Ma come fare tutto questo? Innanzitutto va ricercata, Napolitano non smette di ripeterlo, «la condivisione necessaria» e non si possono neppure sprecare le occasioni.

Senza restare a una parola «generica e talvolta ossessiva» come riforme bisogna «riflettere adeguatamente, discutere e fare quelle riforme che sappiamo, quelle che sono necessarie al Paese». Parole che sono musica per le orecchie dei leghisti e era stato il governatore Luca Zaia ad anticipare l'animo con cui il Carroccio ha accolto Napolitano a Verona. «Il presidente mi ha riconfermato - aveva detto Zaia - come il federalismo sia l'unica via per uscire dall'impasse della crisi. Napolitano si è reso così totalmente disponibile in questa nuova stagione di riforme. Avere il presidente dalla nostra parte significa per noi vedere il sole».

TREMONTI: «OCCORRERANNO MENO DI 10 ANNI» - Per attuare il federalismo fiscale occorreranno molto meno di 10 anni. Lo ha assicurato il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti intervenendo ad Annozero. «Questo Paese - ha detto - è due volte diviso, noi vogliamo tenerlo unito e il federalismo fiscale serve anche questo. Il Centronord è tra le regioni più ricche d'Europa, il Sud no, anzi sta andando indietro. Il secondo aspetto è che gli italiani sono più ricchi dell'Italia, l'evasione fiscale è enorme. Molti italiani stanno meglio di quello che dichiarano al fisco».

Per Tremonti, «il federalismo o è fiscale o non è. Quello fatto dalla sinistra nel 2001 che ha dato alle Regioni un enorme potere di spesa senza un vero potere di presa, ha alimentato la spesa in un modo dissennato. E' stato un errore far partire la competenza di spesa senza parallelamente far partire i poteri di presa. L'Italia - ha osservato - è l'unico paese europeo che ha una finanza statale e una spesa che è in gran parte locale».

Tremonti ha quindi evidenziato che «nato come sogno di una forza politica adesso il federalismo fiscale è condiviso da tutti. Se hai il federalismo fiscale - ha spiegato - hai due effetti: primo, moralizzi la spesa pubblica e la rendi più efficiente. Secondo, se sei in questo meccanismo come comune, provincia, regione, hai l'interesse a ridurre l'evasione fiscale. Con otto milioni di partite iva non bastano infatti solo gli uffici centrali e statali, servono anche il pilastro locale e dei comuni che meglio conoscono la realtà economica. Noi vorremmo interrompere il meccanismo di corruzione e irresponsabilità e immoralità causate da potere di spesa senza avere la responsabilità fiscale».
Rispondendo a una domanda sui tempi di attuazione, Tremonti ha risposto: «abbiamo da fare i decreti. Li stiamo facendo, vediamo tempi e metodi. Qualcuno ha detto 10 anni. Io dico molto meno di 10 anni».