La cena di Arcore e le riforme a guida leghista
La Pdl lavora a road map: «Accelerare su Giustizia e riforma del Fisco». In forse oggi l'incontro tra il Premier e Fini
ROMA - In agenda per ora non c'è. E non è detto che il faccia a faccia tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini si terrà oggi, prima dell'ufficio di Presidenza convocato per le 18 e dopo la cena fra il Cavaliere e Umberto Bossi, di ieri sera ad Arcore. Saranno gli emissari dell'ex leader di An e del premier a verificare la possibilità di un faccia a faccia sulle riforme, forse i due leader si sentiranno telefonicamente. Se non dovesse tenersi domani, l'incontro potrebbe essere messo in agenda per giovedì prossimo o, al più tardi, per la prossima settimana. Intanto ieri sera Berlusconi e lo stato maggiore leghista (Bossi, Maroni, Calderoli e Cota) si sono visti con i coordinatori del Pdl: da un lato per risolvere il 'dopo Zaia', ovvero la sua sostituzione al ministero dell'Agricoltura (con il Pdl pronto a far valere il patto pre-elettorale a suo vantaggio) dall'altro per mettere a punto l'agenda delle riforme, dopo le parole chiare pronunciate oggi da Roberto Maroni.
Il ministro dell'Interno, in un'intervista al Corriere della Sera, ha indicato la Lega come il soggetto giusto al quale affidare la responsabilità di formulare una proposta di grande riforma della Costituzione e ha confidato la propensione del Carroccio per la soluzione semipresidenzialista. E sempre alla Lega, secondo il responsabile del Viminale, toccherà ricercare le maggiori convergenze possibili con il Pd. Ma se l'uscita di Maroni sul semipresidenzialismo può essere valutata positivamente dai finiani, a preoccupare alcuni settori vicini al Presidente della Camera è la rivendicazione di un ruolo del partito di Bossi a scapito del Pdl. «Fuori luogo e inopportuna, quasi infantile», dicono parlamentari vicini a Fini.
E d'altra parte è un fedelissimo come Italo Bocchino a sollecitare un «patto a tre» tra Berlusconi, Bossi e Fini, oltre a proporre: la regia spetta al Cavaliere, ma l'ex leader di An può essere il 'pivot', perno all'interno della maggioranza, nel dialogo con l'opposizione e nell'«ascolto» delle valutazioni del Colle. Per stabilire se e come Fini avrà un ruolo, servirà dunque attendere il faccia a faccia con Berlusconi.
Dallo staff di Berlusconi invece si tende a minimizzare: che la Lega abbia un ruolo particolare sulle riforme «è nei fatti, visto il ministero assegnato a Umberto Bossi». E dunque la cena ieri sera era «un normale incontro tra il premier e il suo ministro per le Riforme». Né sarebbe un problema se l'incontro tra Berlusconi e Fini arriverà dopo l'Ufficio di presidenza del partito convocato per domani alle 18: «Fini è rappresentato in questo organismo, quindi dov'è il problema?».
Del resto, spiegano dal partito, dalla riunione di oggi non si dovrebbe uscire con una decisione su quale modello di presidenzialismo adottare. Più probabile che si tracci una road map delle riforme, stilando una 'graduatoria' delle priorità tra giustizia, intercettazioni, fisco e riforme istituzionali, magari dando vita a dei gruppi di lavoro che approfondiscano le ipotesi di lavoro.