Vendere semi di cannabis non istiga al consumo
Gli imputati coinvolti in maxi operazione del 2008 della procura di Ferrara
FIRENZE - Vendere semi di cannabis non è una istigazione al consumo di droga. Lo ha deciso lo scorso 16 marzo il Gup presso il Tribunale di Firenze, Pietro Ferrante, che ha assolto due commercianti di semi di cannabis, M.G. di Firenze e R.M. di Empoli, imputati del reato di istigazione all'uso di sostanze stupefacenti. Entrambi gli imputati, assistiti dall'avvocato Carlo Alberto Zaina, erano stati coinvolti nella operazione partita dalla Procura della Repubblica di Ferrara nel novembre 2008 che aveva portato a centinaia di provvedimenti cautelari. Quell'operazione si basava sul reato d'opinione di istigazione al consumo di droghe ed aveva portato al sequestro di numerosi negozi e siti web, e all'incriminazione di numerosi commercianti.
In pratica, la vendita di semi, anche in presenza della commercializzazione di altri elementi o strumenti per la coltivazione in genere (e non necessariamente specificamente per la cannabis, ndr.) non configura l'ipotizzato reato. Quest'ultima sentenza conferma altri pronunciamenti di assoluzione dall'accusa di istigazione, come quelle emessa dai Gip presso il Tribunale di Cagliari e quello di Milano.
La sentenza, le cui motivazioni verranno pubblicate entro 90 giorni, «appare molto importante - commenta in una nota l'Aduc - perchè pare rifarsi all'unico precedente di merito esistente allo stato e che è quello della Corte di Appello di Firenze, che nel novembre 2008, accogliendo le osservazioni dell'avvocato Zaina in un altro procedimento, ha assolto un suo assistito, riformando la sentenza di condanna di primo grado pronunziata da altro Gup di Firenze».
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