19 aprile 2024
Aggiornato 11:00
In corso 40 perquisizioni in diverse regioni

Operazione Golem contro il clan Denaro, 19 fermi

Tra loro anche il fratello. Maroni: «Si stringe il cerchio attorno a boss. Sono ottimista, molto presto riusciremo a catturarlo»

TRAPANI - Dalle prime ore di oggi, in provincia di Trapani, è scattata una vasta operazione contro la struttura operativa trapanese di Cosa Nostra, facente capo al boss Matteo Messina Denaro. La Polizia di Stato del Servizio Centrale Operativo e delle Squadre Mobili di Trapani e Palermo sta eseguendo 19 fermi di indiziato di delitto emessi dalla Procura Distrettuale Antimafia di Palermo, nei confronti di altrettanti indagati, a vario titolo, in ordine ai reati di associazione mafiosa, estorsione, danneggiamenti e trasferimento fraudolento di società e valori.

MARONI - «Si sta stringendo il cerchio attorno al latitante numero uno Matteo Messina Denaro e sono ottimista sul fatto che molto presto riusciremo a catturarlo». Lo ha detto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, parlando alla presentazione del body scanner a Malpensa.
Il capo del Viminale ha parlato della «importantissima» operazione antimafia dello Sco della Polizia statale di Trapani: «E' stata smantellata la rete postale del boss latitante numero uno dei trenta latitanti più pericolosi, Matteo Messina Denaro, che attraverso una rete di uomini faceva circolare le sue disposizioni con il sistema dei pizzini». Attorno a Matteo Messina Denaro, ha detto Maroni, si sta facendo «terra bruciata». Si tratta di una «grandissima operazione della Polizia di stato, tra quelle più importanti degli ultimi dieci anni».

PRESO IL FRATELLO - Gli uomini di Trapani e Palermo, supportati anche da equipaggi dei Reparti Prevenzione Crimine, stanno eseguendo anche 40 perquisizioni, in diverse Regioni italiane, nei confronti di soggetti contigui al contesto mafioso.
Complessivamente sono impiegati oltre 200 uomini della Polizia di Stato, con l'ausilio di elicotteri e unità cinofile specializzate che stanno operando nella zona di Castelvetrano.
Tra i fermati anche il fratello del padrino, Salvatore Messina Denaro. In cella sono finiti inoltre Maurizio Arimondi, Calogero Cangemi, Fortunato e Lorenzo Catalanotto, Tonino Catania, Andrea Craparotta, Giovanni Filardo, Leonardo Ippolito, Antonino Marotta, Marco Manzo, Nicolò Nicolosi, Vincenzo Panicola, Giovanni Perrone, Carlo Piazza, Giovanni Risalvato, Paolo Salvo, Salvatore Sciacca e Vincenzo Scirè. Alcuni sono parenti del boss.

SEQUESTRATE AZIENDE - L'indagine riguarda anche un grosso giro d'affari che, come detto, interessa regioni sparse in tutta Italia. Gli inquirenti hanno chiesto il sequestro di alcune aziende che operano nel settore della ristorazione e della distribuzione alimentare, risultate fittiziamente intestate a prestanome di parenti di Messina Denaro e di affiliati al mandamento mafioso di Castelvetrano. L'obiettivo era quello di sottrarre il patrimonio accumulato illecitamente ai provvedimenti di confisca e sequestro.

Le indagini svolte dalla Polizia di Stato sono state coordinate dal Procuratore della Repubblica di Palermo e dal Procuratore Aggiunto Maria Teresa Principato, nonché dai magistrati Marzia Sabella e Paolo Guido.
I dettagli dell'operazione saranno forniti nel corso della conferenza stampa che si terrà alle ore 11.00 presso la Questura di Trapani.