19 agosto 2025
Aggiornato 01:00
L'inchiesta di Trani

Minzolini: vogliono intimidirmi, ma io non ho paura

«Mi accusano di fare il mio lavoro... E' un'operazione politica». Berlusconi: «Inchiesta ridicola e grottesca». Alfano: «Invierò gli Ispettori»

ROMA - «E' un atto intimidatorio, ma io non ho paura di nessuno». Augusto Minzolini, direttore del Tg1, al centro di un'indagine della procura di Trani, per concussione, insieme al premier Berlusconi e al commissario dell'Agcom, Innocenzi, in due interviste a Libero e al Riformista si difende e definisce la vicenda «un'operazione politica», «orchestrata ad arte» prima delle regionali.

ACCUSE RIDICOLE - Il direttore del Tg1 nega di aver ricevuto alcun avviso di garanzia e riferisce di essere già stato ascoltato dai magistrati di Trani nell'autunno scorso. Quanto alle accuse di concussione, per Minzolini sono «ridicole», mentre non nega di avere avuto conversazioni telefoniche con il presidente del Consiglio Berlusconi, «quattro o cinque volte» da quando è direttore: «Mi accusano di fare il giornalista, che parla con i politici, e di fare il direttore che appunto dirige?». Certo, le telefonate dei partiti arrivano, e «da tutti», ma «decido con la testa mia, rispettando tutti e soprattutto dando ai cittadini la possibilità di capire».
Nessuna intenzione di dare le dimissioni: «Le chiedono personaggi a dir poco ridicoli». In particolare Di Pietro che «usa il linguaggio di Benito Mussolini». E al Riformista sbotta: «Qui finisce che prendo io qualcuno a calci in...». Ma probabilmente non arriverà un nuovo editoriale: «Mi frena la par condicio, ma vorrei tanto farne un altro...».

BERLUSCONI: «INCHIESTA GROTTESCA» - Un'inchiesta «ridicola e grottesca». Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, intervenuto telefonicamente al Tg4, liquida così l'inchiesta di Trani sulle pressioni nei confronti dell'Agcom per intervenire contro Annozero. Ma Berlusconi coglie l'occasione per ribadire il suo pensiero in materia: «Per quanto concerne la Rai, ho sempre ritenuto inaccettabile che si sottopongano a processi in tv persone che sono già sotto processo davanti ai giudici, accusandoli di tutto con ferocia senza la possibilità di difendersi». Non solo: «Ho sempre chiesto a destra e a manca che si intervenisse attraverso l'Agcom per prendere provvedimenti».

ALFANO: «INVIERÒ GLI ISPETTORI» - Il Guardasigilli può anche avviare una ispezione sulla fuga di notizie legata a telefonate intercettate tra il premier, il direttore del Tg1 e un commissario dell'Agcom nell'ambito di una indagine della procura di Trani pubblicate da organi di informazioni, ma il «problema vero» resta la mancanza di indagini «che abbiano avuto buon esito» sulle fughe di notizie. E' questa la risposta del ministro della Giustizia Angelino Alfano a una specifica domanda nel corso di un appuntamento a Napoli per sostenere la candidatura di Stefano Caldoro e Mara Carfagna. «Posso mandare ispettori per verificare se ci sono stati comportamenti irrituali - dice - ma il comportamento che determina la fuga di notizie è previsto e punito. Dovrebbero essere i magistrati stessi ad aprire una indagine, se lo ritengono». «Il problema vero - aggiunge - è che la casistica giudiziaria ignora indagini che abbiano avuto buon esito relativamente alle fughe di notizie».

«PROCURA INCOMPETENTE» - «La Procura di Trani è certamente incompetente a procedere in questa vicenda. Se i fatti sono avvenuti a Roma l'indagine andava trasferita nella Capitale. Allo stato continuo a ritenere il mio assistito, Giancarlo Innocenzi, parte lesa». Così ha affermato l'avvocato Marcello Melandri, legale del commissario dell'Agcom.