Berlusconi indignato: Ciancimino è solito copione pre-voto
Il Premier ai suoi: «Nulla di vero. Sui giornali durerà tre giorni»
ROMA - Dopo Spatuzza, tocca a Ciancimino scuotere il mondo politico, chiamare in causa Marcello Dell'Utri e far risalire la nascita di Forza Italia a una trattativa fra Stato e mafia. Silvio Berlusconi ufficialmente non commenta, impegnato a villa Gernetto in un bilaterale con il premier croato Jadranka Kosor. Ma che il Cavaliere sia seccato lo si legge tra le righe di una battuta consegnata in conferenza stampa ai cronisti: «Bonaiuti con il suo solito sistema dittatoriale ha imposto che non ci fossero domande. Ma oggi avrei voluto dare molte risposte».
Eppure chi ha parlato con lui non l'ha visto preoccupato. Piuttosto, il premier si sarebbe definito «indignato». Uno sfogo venato più di rassegnazione che d'ira perché «ogni volta che si arriva alla campagna elettorale è la stessa storia, ci provano sempre, è il solito copione». Dove per 'solito copione', riferisce chi ha sentito il premier, si intende «l'uso strumentale» della giustizia, questa volta con le deposizioni di Massimo Ciancimino, «l'altra volta con Spatuzza...».
Ciò che più infastidisce Berlusconi, a sentire i suoi, è che «ora per tre giorni si riempiranno le pagine dei giornali» di questa vicenda, salvo poi «scoprire che non c'è nulla di vero». Per questo i fedelissimi di Berlusconi insistono soprattutto su un punto: si tratta di accuse poco credibili, anzi incredibili. Tanto irreali che alla fine, secondo alcuni dirigenti del Pdl, «favoriranno il Cavaliere».