28 agosto 2025
Aggiornato 09:00
Processi ai boss mafiosi

Cassazione: benvenga decreto chiarificatore competenze

Indispensabile dopo la Cirielli per affidare i processi ai Tribunali

ROMA - La Corte di Cassazione condivide l'annunciato decreto che il governo varerà mercoledì prossimo chiarendo che spetta ai Tribunali e non alle Corti di assise la competenza sui processi ai boss mafiosi in forza della legge Cirielli, in modo da evitare che procedure lunghe e relativo ingolfamento delle corti di assise abbia come inevitabile conseguenza la scarcerazione dei boss.

La Suprema Corte ha infatti accompagnato la pubblicazione oggi delle sua sentenza con la quale aveva richiamato la competenza esclusiva delle corti di assise e non dei tribunali con una nota nella quale si sottolinea come a legislazione invariata il suo giudizio non avrebbe potuto essere diverso, poichè l'articolo 5 del codice di procedura penale attribuisce alla Corte di assise la competenza sui delitti puniti con l'ergastolo o la reclusione non inferiore nel massimo a 24 anni di pena, «restando irrilevanti salvo specifico intervento del legislatore - sottolinea la Cassazione - le regole relative alla ripartizione della competenza del Tribunale in composizione collegiale o monocratica».

Se dunque per la Cassazione ad oggi il giudizio non poteva che essere quello da lei espresso con la sentenza, la Suprema Corte fa però sapere di «condividere l'annunciato intervento legislativo urgente, inteso a sterilizzare gli effetti dell'aggravamento di pena sulla determinazione della competenza» ai sensi della legge Cirielli del 2005, «conservando questo tipo di delitti alla cognizione del Tribunale in composizione collegiale».