Napolitano: riforme condivise. Pdl: farle comunque
Il Presidente della Repubblica cita Moro: «non si cambiano le regole a colpi di maggioranza»
ROMA - Riforme sì ma non dettate da contingenze del momento, bensì ispirate a una visione lungimirante, di lungo respiro. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha parlato a Bari all'inaugurazione dell'anno accademico e dell'ateneo che sarà intitolato ad Aldo Moro ed è proprio la lezione, la vita e le parole stesse dello statista democristiano a ispirarlo per un richiamo attuale.
«Faccio appello alla consapevolezza che non dovrebbe ormai mancare tra le forze politiche e sociali della assoluta necessità di lavorare e di riformare, in un'ottica di lungo periodo e non sulla base di impostazioni contingenti, asfittiche, di corto respiro, cui corrispondano conflittualità deleterie», ha detto il Capo dello Stato.
Non a caso di Aldo Moro Napolitano sottolinea il contributo «sempre coerente con un'idea di fondo, ovvero che 'i princìpi dominanti della nostra civiltà e gli indirizzi supremi della nostra futura legislazione' andassero sanciti in norme costituzionali per 'sottrarle all'effimero gioco di semplici maggioranze parlamentari'».
Il mondo politico, pur nel generale e tradizionale 'plauso' al monito presidenziale, si è mostrato ancora diviso sull'attuazione pratica dei richiami del Colle. E' il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri il primo a dire che sì la maggioranza «cercherà la condivisione ma le riforme andranno fatte in ogni caso». Fabrizio Cicchitto sottolinea da parte sua che fare riforme condivise «non deve però significare che l'opposizione possa avere un potere di veto». La presidente del Pd Rosy Bindi ribatte che Napolitano «ci ha indicato la strada: le riforme devono essere condivise. La Costituzione è di tutti e non solo di una maggioranza».
Intanto un editoriale del periodico on line della Fondazione Farefuturo, vicina al presidente della Camera Gianfranco Fini, sostiene che «non è possibile pensare che quando si tratta di delineare e progettare politiche di lungo periodo, sia preferibile farlo a colpi di maggioranza, senza tenere in nessun conto le opinioni degli 'altri', le opinioni di tutti».