19 aprile 2024
Aggiornato 09:00
L'aggressione a Berlusconi

Lauro: fino a 12 anni di carcere per chi istiga a violenza

Proposta di legge del senatore del PdL: «aggravante per chi utilizza internet e social network»

ROMA - Istituzione del reato di istigazione ed apologia dei delitti contro la vita e l'incolumità della persona, con l'aggravante per coloro che utilizzano telefono, internet e social network. Si intitola così la proposta di legge che il senatore del Pdl Raffaele Lauro ha presentato in Senato, che prevede da un minimo di 3 ad un massimo di 12 anni per «chiunque, comunicando con più persone in qualsiasi forma, istiga a commettere uno o più tra i delitti contro la vita e l'incolumità della persona, per il solo fatto dell'istigazione». La stessa pena si applica a «chiunque pubblicamente fa l'apologia di uno o più fra i delitti indicati. Se il fatto è commesso avvalendosi di comunicazione telefonica o telematica, la pena è aumentata».

La proposta prende le mosse dall'aggressione al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che «ha evidenziato la necessità di intervenire sul diffuso fenomeno, caratterizzato da forme di esortazione alla violenza e all'aggressione, mediante discorsi, scritti ed interventi, che, in virtù delle moderne tecnologie informatiche, riescono oggi ad acquisire una rilevanza mediatica particolarmente significativa. Si è drammaticamente diffusa, anche tra i minorenni, l'abitudine ad utilizzare gli strumenti informatici per ledere la dignità delle persone, nelle forme più gravi, dai ricatti, alle ingiurie, a sfondo sessuale o razzista, alla diffamazione».

La proposta di Lauro, a giudizio dello stesso firmatario, «effettua un corretto bilanciamento tra i valori costituzionali, in questo caso tra la libertà di manifestazione del pensiero (art. 21 Cost.) e la dignità della persona, riguardata nella sua dimensione più intensa, che presuppone la tutela della sua vita e della sua incolumità (artt. 2 e 13 Cost.)». Per il senatore pidiellno «il legislatore non può più attendere. Ecco perché, insieme con questo disegno di legge, ho presentato una mozione parlamentare, già sottoscritta da più di 50 senatori, di maggioranza e di opposizione, per discutere, al più presto, nell'aula del Senato, in un confronto con il Governo, di cultura informatica e degli effetti perversi derivanti dall'uso patologico, da parte di giovani e giovanissimi, del cellulare, e delle conseguenze nei rapporti genitori-figli e sulle istituzioni scolastiche».