19 aprile 2024
Aggiornato 02:30
Conferenza sul clima di Copenaghen

Prestigiacomo: la colpa del fallimento è di USA e Cina

E questa l'opinione del Ministro dell'ambiente: «ci ritroviamo con nulla in mano. Europa per una volta compatta»

ROMA - Copenaghen è stato un fallimento e la colpa è di Stati uniti e Cina. Questa, in sintesi, l'opinione espressa da Stefania Prestigiacomo, ministro dell'Ambiente, massimo rappresentante inviato dall'Italia alla Conferenza sul Clima.
«E' stato un fallimento, una esperienza fortemente deludente - ha detto Prestigiacomo in un'intervista sulla Stampa - Il mondo si attendeva una ricetta per affrontare l'emergenza climatica e si ritrova sostanzialmente niente».

«Colpa di USA e Cina» - Mesi e mesi di trattative «sono stati vanificati dal G2, dall'accordo tra Usa e Cina i cui presidenti, a un certo punto, si sono visti cinque minuti in albergo e hanno mandato a monte tutto. Hanno fatto saltare il banco», rivela il ministro dell'Ambiente, precisando che questi due paesi «non accettano impegni vincolanti e verificabili. Non vogliono, insomma, che ci siano accordi internazionali che impongano loro alcunché e non vogliono, soprattutto, che ci possano essere dei controlli su quello che stanno facendo in materia di riduzione effettiva delle emissioni inquinanti».

«Europa compatta» - Stati uniti e Cina che, insieme, sono responsabili del 50% delle emissioni di CO2, si sono in sostanza «chiamate fuori dalla partita affossando la conferenza sul clima». Prestigiacomo rivendica invece la validità del gioco europeo: l'Europa «è stata, una volta tanto, compatta su una linea comune e condivisa, presentandosi alla conferenza con un unico dossier. E poi è il soggetto politico che ha fatto di più, mettendo a disposizione 10 miliardi di dollari quando gli Usa non sono andati oltre i 3,5, una cifra assolutamente inadeguata».

Infine una critica per la mancata leadership della Conferenza, «da parte dei due soggetti che avrebbero dovuto esercitarla, e cioè l'Onu e il paese ospitante, cioè la Danimarca. Tutto questo non c'è stato».