31 luglio 2025
Aggiornato 06:00
L'aggressione a Berlusconi

Maroni oggi parla alle Camere. «Oscurare siti violenti»

Il ministro esclude che l'aggressione sia stata causata da un «buco» sulla sicurezza. La Russa: «stop contestazioni ai comizi»

ROMA - Le questioni relative alla sicurezza del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, saranno oggi al centro dell'audizione del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta e del Direttore del DIS Gianni De Gennaro, davanti al Comitato parlamentare per la Sicurezza della Repubblica. Ma il ministro dell'Interno Roberto Maroni - che stamattina riferirà sull'episodio alle Camere riunite - ha escluso che l'aggressione al premier ad opera di uno psicolabile domenica a Milano sia stata causata da un «buco» di sicurezza.

SOCIAL NETWORK - Invece l'azione del governo punta ora verso gli ambienti che sarebbero responsabili di fomentare la violenza. Così Maroni auspica provvedimenti per bloccare certi siti internet e pagine di Facebook. La questione di se e come oscurare i siti violenti «se sarà il caso» sarà esaminata già nel Consiglio dei ministri del 17 dicembre. Secondo Maroni, Berlusconi a Milano «ha rischiato di essere ferito gravemente, di essere ucciso». La Procura di Roma indaga per istigazione a delinquere su due gruppi di Facebook che inneggiano a Massimo Tartaglia, l'uomo che ha ferito Berlusconi. Sarebbero pericolosi alcuni messaggi presenti nelle pagine web denominate «10, 100, 1000 Massimo Tartaglia» e un'altra in cui si sottolinea «Berlusconi a morte». Gli investigatori hanno avuto incarico di identificare i creatori, i responsabili, dei due gruppi di discussione. Inoltre, è stato chiesto ai gestori del social forum, di bloccare i dati delle pagine in oggetto.

LA RUSSA - E il ministro della Difesa Ignazio La Russa ha lanciato una proposta di legge «che punisca chi si permette di manifestare e disturbare durante manifestazioni politiche. Nessuno mi leva dalla testa che quella persona ieri sera sia stata agitata dalle contestazioni della piazza». L'idea del ministro è quella di estendere la norma che prevede da uno a tre anni di reclusione per chi contesta comizi durante i 30 giorni di campagna elettorale a qualsiasi manifestazione politica.