12 ottobre 2025
Aggiornato 10:30
Il 12 dicembre 1969 una bomba provocò 17 vittime

40 anni dopo Piazza Fontana. Fischi, tensioni e tafferugli

Letizia Moratti fischiata durante il discorso di commemorazione della strage alla Bna. Contestati anche Formigoni e Podestà

MILANO - Fischi alle autorità nel giorno in cui si commemorano le vittime di una strage. Accade alla stazione di Bologna ed è accaduto anche oggi a Milano, durante le celebrazioni per il 40esimo anniversario della strage di Piazza Fontana che, il 12 dicembre 1969 fece 17 morti e un'ottantina di feriti. Quando il sindaco del capoluogo lombardo Letizia Moratti, affiancata dal governatore Formigoni e dal presidente della Provincia di Milano Podestà, è salita sul palco per prendere la parola, dalla folla si sono alzati fischi e qualcuno ha urlato «vergogna».

Momenti di tensione - In precedenza il centro cittadino è stato attraversato da due distinti cortei, simbolo tangibile di una memoria che, su Piazza Fontana, resta non condivisa. Da una parte le autorità locali hanno sfilato insieme ai parenti delle vittime, dall'altro Rifondazione Comunista, il Pdci e diversi gruppi di sinistra o anarchici, hanno scelto di manifestare contro la «strage di Stato» e in memoria dell'anarchico Giuseppe Pinelli. Al termine di quest'ultima manifestazione si sono avuti momenti di tensione e sono scoppiati brevi tafferugli tra gli antagonisti e le forze dell'ordine, poi trasformatisi in una sorta di festa per strada.

Napolitano: continuare a cercare la verità - Nel giorno delle commemorazioni per la strage anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha voluto rivolgersi alla signora Francesca Dendena, presidente dell'Associazione Familiari delle vittime della strage di Piazza Fontana, e al professor Carlo Smuraglia, presidente del Comitato permanente antifascista contro il terrorismo per la difesa dell'ordine repubblicano. «Continuate pure a cercare perché si possa recuperare qualsiasi frammento di verità rimasto nascosto.

Spero - ha scritto Napolitano - che questa vostra ricerca, a cui debbono collaborare tutte le istituzioni, possa condurre a dei risultati. Il chiedere giustizia per le vittime del terrorismo per tutti coloro che hanno pagato, non significa solo chiedere riparazione ai tribunali ma chiedere giustizia e riparazione alla nazione. Dobbiamo riuscire a gettare le basi di una vita democratica per il nostro Paese, che non corra più i rischi terribili, che non conosca più le fratture terribili che ha vissuto alcuni decenni orsono. Questo - ha aggiunto il Presidente - ci dice la strage di Piazza Fontana, questo ci dice una lunga e tormentata vicenda di indagini e di processi da cui non si è riusciti a far scaturire una esauriente verità giudiziaria. Il nostro Stato democratico porta su di sé questo peso, con cui deve fare i conti la coscienza di tutti gli italiani».