20 aprile 2024
Aggiornato 11:00
Giornata mondiale contro la violenza sulle donne

Ginecologi: solo 4% delle donne italiane denuncia la violenza

Il 6% delle puerpere ha subito soprusi: è il partner in 74% casi

ROMA - In Italia solo il 3,7% delle vittime ha il coraggio di denunciare i maltrattamenti a operatori sanitari o alla polizia. Nella Giornata mondiale contro la violenza sulle donne che si celebra oggi la società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo) richiama l'attenzione sul ruolo dei medici: «La nostra categoria - si legge in una nota - deve mobilitarsi per aiutare queste persone: serve una maggiore consapevolezza e presa in carico del problema».

Il 60% dei medici di famiglia dice di non aver mai incontrato vittime, come il 45% degli specialisti e il 37% di quelli del pronto soccorso. Il 58% dei «camici bianchi» crede vi siano problemi psicologici della donna alla base dei comportamenti e delle attitudini violente dei rispettivi partner, il 68% è favorevole alla prescrizione di psicofarmaci. I dati provengono dall'osservatorio «privilegiato» formato dai 2.186 consultori e gli oltre 553 spazi giovani attivi nel nostro Paese.

Il 34% delle donne che accedono al pronto soccorso per lesioni acute è vittima di violenza; l'81% delle protagoniste di atti di suicidio ha alle spalle episodi di abuso. In un ospedale con una media di 2500 parti l'anno, si incontreranno 150 puerpere (6%) vittime di violenza. Nel 74% dei casi l'autore è il partner. Tra le conseguenze più frequenti vi è la depressione ma non vanno sottovalutate nemmeno le criticità in gravidanza. Nelle gestazioni che derivano da maltrattamenti sono più frequenti sindromi come diabete gestazionale, preeclampsia, difetti del tubo neurale (DTN) e placenta previa.

«Noi ginecologi - conclude Vittori, presidente della Sigo - siamo convinti di poter rappresentare una sponda importante per le nostre pazienti. Il nostro ruolo non è tanto, o non solo, intervenire su organi che devono essere curati ma soprattutto proporci come 'investigatori colti' alla ricerca della causa del disagio e della giusta terapia. La comunicazione rappresenta il nostro principale strumento diagnostico».