25 aprile 2024
Aggiornato 03:30
Sentenza processo Abu Omar

New York Times: «Brava Italia, rendition è vergogna nazionale»

Giusta la condanna del tribunale italiano ad agenti CIA

NEW YORK - «Due tribunali, uno italiano e uno statunitense, si sono pronunciati sulla pratica della extraordinary rendition applicata dall'Amministrazione Bush, ovvero il rapimento di alcune persone inviate poi in altri Paesi per esservi interrogate e torturate: il tribunale italiano ha emesso una sentenza giusta, quello statunitense una miseramente sbagliata»: così un editoriale del New York Times commenta il caso Abu Omar, elogiando la giustizia italiana.

Rispetto al tribunale di Milano, due giorni prima tutt'altra opinione era stata espressa dalla Corte d'Appello di New York nel caso di Maher Arar, con l'aggravante che questi è risultato poi estraneo a qualsiasi organizzazione terroristica.

Cittadino canadese di origini siriane, Arar venne arrestato dalle autorità statunitensi in base a informazioni trasmesse dai servizi canadesi - poi rivelatesi inesatte - e consegnato a Damasco: passò un anno in carcere e venne torturato. Secondo i magistrati statunitensi non gli spetta però alcun indennizzo, al contrario di quanto stabilito dalle autorità canadesi, che gli hanno porto le proprie scuse ufficiali offrendogli 10 milioni di dollari di danni.

La sentenza statunitense sostiene che decidere le modalità di applicazione delle 'rendition' spetta ai membri del Congresso e non ai magistrati; d'altro canto, permettere che si intentino cause civili contro i politici per sequestro illegale e tortura metterebbe a rischio «la diplomazia, la politica estera e la sicurezza del Paese». In sostanza, nota l'editoriale, la magistratura Usa rinuncia al suo ruolo di «guardiano» dei politici previsto dalla separazione dei poteri e se ne lava le mani, «non un precedente incoraggiante per la difesa delle libertà civili» che la Corte Suprema dovrebbe impegnarsi a respingere.