18 aprile 2024
Aggiornato 22:00
Per il Direttore la riforma costituzionale del '93 fu «un atto di sottomissione»

Minzolini al Tg1: «Immunità vulnus da sanare»

«Alterati equilibri dei poteri, politica sottomessa a magistratura». Ed è subito polemica dopo l'Editoriale del direttore del tg1

ROMA - L'abolizione dell'immunità parlamentare è stata «un vulnus» alla Costituzione, e «c'è da auspicare che sia sanato». E' l'opinione del direttore del Tg1 Augusto Minzolini, che ha dedicato all'argomento un editoriale nell'edizione delle 20. Per Minzolini la riforma costituzionale del '93 fu «un atto di sottomissione» della politica alla magistratura, confermata dall'elezione di numerosi magistrati in Parlamento, con la conseguenza che «il Parlamento non è riuscito a mettere in cantiere una riforma della giustizia».

LO «SPUNTO» INGROIA - Lo spunto per l'editoriale sono state le dichiarazioni del pm Antonino Ingroia, che Minzolini definisce «un programma politico che Ingroia ha giustificato con la difesa della Costituzione.
Solo che la Costituzione che Ingroia vuole salvaguardare - afferma Minzolini - almeno su un punto sostanziale non è quella originale. Nella Carta infatti, insieme all'autonomia della magistratura, i padri costituenti, cioè i vari De Gasperi e Togliatti, inserirono l'istituto dell'immunità parlamentare: non lo fecero perché erano dei malandrini, ma perché ritenevano quella norma necessaria per evitare che il potere giudiziario arrivasse a condizionare il potere politico».

EQUILIBRIO DEI POTERI - Insomma, a giudizio del direttore del Tg1, «l'immunità parlamentare era uno dei fattori di garanzia per assicurare nella nostra Costituzione un equilibrio dei poteri. Non fu certo un'idea stravagante: strumenti diversi ma con lo stesse finalità sono previsti in Germania, Inghilterra e Spagna e di un'immunità beneficiano anche i parlamentari di Strasburgo: D'Alema e Di Pietro ne hanno usufruito recentemente».

SANARE LA SITUAZIONE - Dal '93 invece, prosegue l'editoriale di Minzolini, «l'immunità è stata cancellata dalla nostra Carta costituzionale. Motivo? In quegli anni la classe politica e i partiti per via di Tangentopoli avevano perso la fiducia della gente e l'abolizione dell'immunità fu un modo per dimostrare che i costumi sarebbero cambiati. Quell'operazione mediatica si trasformo però nei fatti in un atto di sottomissione alla magistratura. Da allora i gruppi parlamentari sono affollati di magistrati e ci sono addirittura partiti fondati da magistrati». Inoltre, è ancora l'opinione di Minzolini, «governi di destra e di sinistra sono caduti sull'onda delle inchiesta della magistratura, e il Parlamento non è riuscito a mettere in cantiere una riforma della giustizia. Ma a parte le conseguenze, l'abolizione dell'immunità parlamentare ha provocato un vulnus nella Costituzione, si è rotto l'equilibrio tra i poteri e non se ne è creato un altro. Ora c'è da auspicare che quel vulnus, al di là delle dispute nominali su immunità, lodi e riforme del sistema giudiziario, sia sanato».