18 aprile 2024
Aggiornato 19:00
Cronaca. Lazio

Caffarella, Gup: violenza odiosa, vile e d'impatto devastante

Depositate oggi le motivazioni della sentenza di condanna 2 romeni

ROMA - La violenza sessuale avvenuta al parco della Caffarella, il 14 febbraio scorso, è un fatto «odioso e vile» e con «modalità di esecuzione» di «grave efferatezza e totale disprezzo delle persone». E la vicenda nel suo complesso ha avuto un «impatto devastante» sulla vita della ragazzina di 15 anni e sul suo fidanzatino di 16 anni, che furono aggrediti da due romeni.

La valutazione si legge nelle motivazioni della sentenza emessa dal gup Luigi Fiasconaro nei confronti di Jean Ionut Alexandru e Oltean Gavrila. Il primo è stato condannato a 6 anni, il suo amico e connazionale ad 11 anni e 4 mesi. Nel provvedimento del giudice, di 25 pagine, ci si sofferma in particolare sulla ricostruzione della vicenda e dei diversi episodi per cui sono stati processati Alexandru e Gavrila.

«Gavrila anche in udienza non ha inteso fornire notizie appaganti neppure sui luoghi dove aveva vissuto in questi anni in Italia; né è stato in grado di indicare un qualche lavoro lecito svolto nel nostro Paese, preferendo affidare la sua difesa solo alla fantastica e cervellotica storia del suo sequestro di persona da parte del suo creditore, contraddicendosi vistosamente con l'affermazione concernente il figlio invalido in Romania, figlio che lui non ha mai avuto».

Così scrive il giudice Fiasconaro in un passaggio delle motivazioni della sentenza di condanna dei due romeni responsabili dello stupro avvenuto il pomeriggio di San Valentino alla Caffarella. Gavrila, davanti al gup, aveva tirato in ballo Luca Bianchini, il presunto stupratore seriale per cui la Procura ha chiesto il processo. La ricostruzione di Gavrila, però, non viene assolutamente «sostanziata» dal giudice che anzi sottolinea: «Gavrila non inteso fornire notizie appaganti neppure sui luoghi dove aveva vissuto in questi anni in Italia; né è stato in grado di indicare un qualche lavoro lecito svolto nel nostro paese, preferendo affidare la sua difesa solo alla fantastica e cervellotica storia del suo sequestro di persona da parte del suo creditore, contraddicendosi vistosamente con l'affermazione concernente il figlio invalido in Romania, figlio che lui non ha mai avuto».