«Contro Bossi pronte nuove maggioranze»
E allo spauracchio delle lezioni anticipate risponde «le vogliamo anche noi»
CHIANCIANO TERME - «E’ ora di dire basta ai diktat di Umberto Bossi. Sappia la Lega che, se pensa di agitare questo Paese per asservirlo si suoi ricatti, ebbene sappia che in Parlamento c’è una maggioranza che non ci vuole stare. Sappia inoltre Bossi che se tira troppo la corda e se Berlusconi non è in grado di fermarlo ci vogliono dieci minuti in Parlamento per formare una maggioranza in grado di sconfiggere i ricatti leghisti». Pierferdinando Casini sul palcoscenico degli stati generali dell’Udc ha messo in chiaro una volta per tutte che il vero motivo che tiene lontano e distinto il suo partito dall’attuale maggioranza di governo è la Lega, e gli obiettivi perseguiti da Bossi.
Nella foga dell’attacco ha evocato scenari futuribili e difficilmente verificabili, come quello che possano esserci già pronte nell’ombra maggioranze alternative alla Lega «se Bossi tirasse trappola corda» , ma anche sfide che l’Udc è pronta a raccogliere come quella delle elezioni anticipate.
«Dico a Bossi e Berlusconi che in continuazione minacciano elezioni anticipate che le facciano pure le elezioni anticipate, noi dell’Udc siamo pronti ad un evenienza che, come partito di opposizione non possiamo che sollecitare, anche perché, pur essendo già una forza decisiva, siamo sicuri di poterle affrontare con un peso ben più consistente di quello attuale».
Che il futuro giochi tutto a favore dell'Udc lo ha detto e ripetuto al suo popolo, ma soprattutto ai suoi notabili ai quali ha rivolto il monito di non lasciarsi lusingare da «piccole convenienze immediate» se non vogliono mettere a repentaglio un domani denso di promesse molto più fulgide.
ALLEANZE EQUIDISTANTI - Casini è deciso ad andare dritto per la sua strada solitaria e ha ripetuto un secco no alla possibilità che l'Udc sia disponibile ad alleanze organiche per la politica nazionale. «Dovremo fare attenzione-ha detto-anche a non farci allettare dal governatorato di una regione in più o da assessorati che potrebbero farci perdere non solo il patto con i nostri elettori, ma dare agli altri la possibilità di mettere in discussione la nostra identità».
Il problema è: da soli sempre? Casini ha precisato di non aver fatto alcun voto di castità, anzi ha parlato della necessità che quanto prima si proceda ad un «rassemblement».
«Ma non vendiamoci l'anima per un posticino», ha ripetuto ai suoi, allargando l'orizzonte dell» Udc a destini decisivi non solo per gli schieramenti politici, ma per lo stesso futuro del Paese.
SCONTRO FINI-BOSSI - «Non intendiamo vivere sulle disgrazie altrui -ha detto- Stiamo invece dalla parte degli italiani che vogliono un Paese che non sia eternamente in guerra, ma invece sia principalmente attento ad una politica produttiva che abbia al centro la verità , la moralità, la speranza in un futuro migliore per i giovani».
ESCORT - «Nessuno ci può accusare di avere speculato sulle escort, ma non posso tacere di avere provato tristezza nell'ascoltare la conferenza stampa tenuta da Berlusconi davanti a Zapatero. Così come ci rifiutiamo di accettare che, per portare acqua al proprio mulino, addirittura si evochi con toni superficiali e ridicoli un problena tragico come la mafia».
LA CHIESA - «I valori si difendono per convinzione, non per convenienza. Chiederci che cosa la Chiesa può fare per noi è sottostare ad una logica mercantile che offende la Chiesa e i cattolici. Noi le scelte sulla fecondazione assistita, la bioetica, la vita inviolabile le facciamo perché crediamo che sia stia perdendo il senso della vita, non per un ritorno elettorale».
ATTIVITA' DI GOVERNO - «Le cifre: dal Pil, al debito pubblico, dalla caduta delle esportazioni, alla moria delle imprese, alla cassa integrazione. Noi diciamo al governo: non è il momento di fare le riforme, magari tenendo conto anche dell'opposizione? Che cosa fa invece la maggioranza? Propone la partecipazione agli utili dei dipendenti quando gli utili non ci sono più e la detassazione degli straordinari quando le imprese sono costrette a mandare a casa la gente. Noi proponiamo la privatizzazione dei servizi pubblici locali, una analisi scientifica degli sprechi, un riforma della pubblica amministrazione realizzata non seguendo gli annunci di Brunetta, ma puntando sulla meritocrazia, una revisione della previdenza e una svolta nella sanità dove chiediamo che la politica tolga le mani dalla salute degli italiani».
IMMIGRAZIONE - «Abbiamo bisogno degli immigrati per dare equilibrio al processo demografico del nostro Paese e alla nostra previdenza. Ne abbiamo bisogno nelle aziende e nelle nostre case. Ma non possiamo utilizzarli il giorno e dimenticarceli la notte. E Berlusconi non faccia finta di non sapere che il voto amministrativo e l'accesso alla cittadinanza agli immigrati è già in vigore in molti Paesi europei.
Al tempo stesso non possiamo lasciare alla Lega il monopolio di farsi interprete delle paure e delle preoccupazioni giustificate di molti italiani».
BIPARTITISMO - «E' morto e alla sua fine hanno contribuito soprattutto le nostre scelte. E ai professori che ancora difendono il bipolarismo dico che che non si può ignorare che da noi questo sistema ha prodotto solo guai, soprattutto perchè si è risolto nell'avvento del populismo e delle forze estreme rappresentate dalla Lega e da Di Pietro».
PDL - «Che cosa sarebbe diventato lo disse Berlusconi sul predellino a Piazza Duomo: si fa quello dico io, altrimenti si è fuori. Noi dell'Udc diciamo invece che il populismo è una deriva, un tumore da estirpare. Per noi chi guida ha una responsabilità in più, non una in meno. Chi guida non può passare il suo tempo a dare addosso all'opposizione, così può solo portare il Paese al macero».
PD - «Mi ero dimenticato di citare il Pd nel mio discorso. Franceschini che invoca guerre sante contro Berlusconi fa solo un piacere al Cavaliere, come i fatti finora hanno dimostrato».
ORIZZONTE POLITICO - «Non abbiamo alcun bisogno dell'uomo forte, dell'uomo della provvidenza e quando l'ubriacatura Berlusconi sarà giunta al capolinea si dovrà aprire una dialogo a 360° gradi sia con il popolo del Pd che con che a chi ha seguito in buona fede Berlusconi.
Per quei giorni, ha concluso Casini, ci sarà in campo un partito nuovo, una entità politica che al momento non possiamo sapere che cosà diventerà e con chi si farà, sappiamo però esisterà per cambiare in meglio l'Italia e per dare un avvenire ai nostri figli».