Gasparri: Fini sbaglia, «ingeneroso» e «prevenuto» sul partito
«Errori anche su immigrazione, mafia e testamento biologico»
ROMA - Gianfranco Fini «sbaglia»: «Sul partito, sull`immigrazione, sul testamento biologico e sulla mafia». Dopo tre giorni ad alta tensione tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini, si esprime così il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri. Che, in un'intervista al Giornale, auspica una «maggiore frequenza di incontri» tra i due perché «questo clima va superato», ma definisce «ingeneroso» e «prevenuto» l`intervento dell`ex leader di An sul partito.
«Rifiuti a Napoli, ricostruzione in Abruzzo, G8, grandi opere, riforma della scuola», afferma l'ex colonnello di An nell'intervista che apre la prima pagina del quotidiano diretto da Vittorio Feltri. «In un anno il governo ha fatto tanto e di questo non si può non tenere conto. Se avessimo fatto dieci direzioni di partito in più ma prodotto meno risultati cosa penserebbero gli italiani? E poi non si considerano i successi elettorali, prima in Abruzzo e Sardegna, poi tre mesi fa quando abbiamo conquistato Regioni, Province e Comuni che prima non avevamo. Ecco, credo che in questo senso la valutazione sul Pdl dovesse essere un pò più generosa».
Capitolo mafia - Quasi tutti hanno interpretato le parole di Fini a Gubbio sulle inchieste di mafia come un attacco frontale a Berlusconi... «Non so quali fossero le sue intenzioni», risponde Gasparri. «Dovrà chiarirlo lui e spero lo farà presto perché non credo intendesse questo: il fatto che si sia accodato alle parole del ministro Alfano mi rassicura. Se poi mi chiede se dovrebbe essere più esaustivo le rispondo di sì: deve chiarire. Perché anche io sono convinto che a Palermo ci siano manovre oscure contro il Cavaliere con il solito schema dei pentiti dinamici».
Quanto a immigrazione e biotestamento, «sono questioni su cui Fini ha opinioni diverse dalla maggior parte del Pdl e dal sottoscritto», afferma Gasparri. «Ha pieno diritto di esprimerle, ma non di considerare a priori sbagliate le posizioni di altri come quando alla festa del Pd di Genova le ha definite 'clericali'. Il problema, però, sono anche i neofiniani». I fedelissimi? «Alcuni deputati, siti web e qualche giornale che sono molto zelanti e non esitano a definirci 'la destra rozza' solo perché non la pensiamo come loro. Stanno creando difficoltà, perché da parte nostra nessuno attacca o costringe chi ha posizioni diverse».
L'editoriale di prima pagina del Giornale, a firma di Marcello Veneziani, è intitolato «Gianfranco al bivio: ora scelga».