19 aprile 2024
Aggiornato 14:30
Vertenza scuola. Marche

Scuola: l’assessore Benatti in riunione a Roma

«Il Governo vuole mandare a casa i propri dipendenti, ma pagherebbe per farli lavorare poco»

ROMA - Come annunciato nei giorni scorsi, l’assessore regionale all’Istruzione, Stefania Benatti ha partecipato oggi a Roma ad una riunione straordinaria degli assessori regionali per discutere le diverse posizioni e le misure da intraprendere sulla vertenza scuola, in particolare sui tagli degli organici decisi dal Ministro Gelmini. Tagli che – come si ricorderà - anche nelle Marche riguarderanno realisticamente una riduzione di organico di 1300 unità e produrranno perdite per 600 posti di lavoro, tra insegnanti e personale ATA.

«La riunione era finalizzata – riferisce l’assessore – a condurre ad un confronto unitario le diverse posizioni, secondo una logica di equità di trattamento per tutti i lavoratori in ambito nazionale. L’obiettivo dovrebbe essere – prosegue Benatti – omogeneizzare gli interventi specifici di ogni territorio: dai fabbisogni agli strumenti di tutela del lavoro. Ma per arrivare ad un risultato condiviso, che possa salvaguardare il personale della scuola, sarebbe opportuno sbloccare la sede di confronto istituzionale, la Conferenza Stato–Regioni che per ora non ha avuto esiti da parte del Governo. Storicamente non è mai accaduto un taglio di simili proporzioni, riduzioni che non derivano dalla crisi economica ma unicamente da una programmazione sbagliata in un momento sbagliato, di grave crisi. E’ assurdo che mentre si sta facendo il possibile per tutelare dalle difficoltà occupazionali le imprese private, proprio lo Stato mandi a casa i propri dipendenti!»

Gli assessori si riuniranno di nuovo la prossima settimana per valutare il testo della proposta sui precari (che proprio oggi il Consiglio dei ministri ha deciso di inserire nel decreto legge Ronchi, su questioni ambientali) che prevede la possibilità di accedere alla disoccupazione e di partecipare a progetti regionali. Su questa eventualità si è già espressa la maggioranza degli assessori che hanno evidenziato come «il testo non sia stato mai concertato con le Regioni e che se fosse confermato in quei termini diventa una «non soluzione», dal momento che si autorizza a percepire una buona quota dello stipendio per poche ore di lavoro, quando con una spesa di poco superiore si sarebbe potuto mantenere il posto di lavoro».

«Per quanto riguarda l’eventuale messa a disposizione da parte delle Regioni di quote del Fondo Sociale Europeo – sottolinea l’assessore - come è accaduto per altre tipologie di lavoratori con l’accordo di febbraio scorso, bisognerà però tenere conto che l’FSE, pur avendo come obiettivo la realizzazione di interventi di formazione permanente o di potenziamento dell’istruzione dei giovani, sostiene in ogni caso progetti di tipo sperimentale e innovativo e non interventi a carattere ordinario. Anche perché - aggiunge - le Regioni non potranno in ogni caso pagare gli stipendi di personale statale. Quindi un’ipotesi per poter supportare da parte delle Regioni una misura vicino alla cassa integrazione per la Scuola passerebbe dal vaglio della Commissione Europea che dovrebbe autorizzarla».

«In definitiva - ha sostenuto Stefania Benatti in riunione – senza contare i danni relativi al taglio dei servizi che andranno in capo alle famiglie e agli alunni, con un provvedimento della Finanziaria si sono messi in discussione principi didattici recepiti da anni da leggi nazionali, come il rapporto alunni/insegnanti e alunni/ insegnanti di sostegno che nelle Marche si sono sempre basati su parametri virtuosi e che ora sono a rischio.