24 aprile 2024
Aggiornato 06:30
«Esclusione» della religione cattolica dalla scuola

Gelmini: «Ricorso Consiglio Stato contro sentenza Tar»

«Ordinanza ingiusta e incomprensibile: no a docenti di serie B»

ROMA - Il Ministero dell'Istruzione farà ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar del Lazio che ieri ha escluso la religione cattolica dalle materie che concorrono al credito scolastico e ha deciso che i docenti di religione non possono partecipare 'a pieno titolo' agli scrutini. Lo rende noto il ministro Mariastella Gelmini in una nota.

La religione cattolica esprime un patrimonio di storia, di valori e di tradizioni talmente importante che la sua unicità deve essere riconosciuta e tutelata», scrive Gelmini, «una unicità che la scuola, pur nel rispetto di tutte le altre religioni, ha il dovere di riconoscere e valorizzare. I principi cattolici dunque, che sono patrimonio di tutti, vanno difesi da certe forme di laicità intollerante che vorrebbero addirittura impedire la libera scelta degli studenti e delle loro famiglie di seguire l`insegnamento della religione. Per questo ho deciso di ricorrere al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar. Sono fiduciosa che, come è accaduto altre volte in passato, il Consiglio di Stato possa dare ragione al Ministero e all`ordinamento in vigore».

In Italia - sottolinea Gelmini - vi è piena libertà di scegliere se frequentare o meno l`insegnamento della religione. Non si comprende perché qualcuno voglia limitare questa libertà.

L`ordinanza del Tar infatti determina un ingiusto danno nei confronti di chi sceglie liberamente di seguire il corso. Il Tar del Lazio ha sostenuto che per chi non sceglie l`insegnamento della religione cattolica può configurarsi una situazione di svantaggio: tale tesi non è condivisibile in quanto l`insegnamento della religione cattolica non costituisce un credito scolastico ma un credito formativo e non incide quindi in maniera diretta sul voto finale. E` pertanto davvero incomprensibile - prosegue - che solo la religione cattolica non debba contribuire alla valutazione globale dello studente tra tutte le attività che danno luogo a crediti formativi».

L`ordinanza del Tar peraltro tende a sminuire il ruolo degli insegnanti di religione cattolica, come se esistessero docenti di serie A e di serie B. Al contrario ritengo che il ruolo degli insegnanti di religione vada accresciuto e valorizzato. Per questo dal prossimo anno - conclude Gelmini - è mia intenzione coinvolgere i docenti di religione cattolica in attività di formazione, secondo gli obiettivi della riforma del primo e del secondo ciclo d`istruzione».