Facebook contro Bianchini: morto subito o almeno castrarlo
E c'è chi vuole lasciarlo in pasto alle donne che ha violentato
ROMA - Luca Bianchini, il presunto stupratore di Roma, «morto subito» o almeno all'ergastolo, meglio se sottoposto prima a castrazione chimica. Facebook si mobilita contro il 33enne accusato di essere lo stupratore seriale della capitale, ora in attesa della convalida del fermo. Sul social network è finita ovviamente la foto di Bianchini, quella diffusa dalla questura di Roma, con un bel paio di forbici allusive accostate a fianco.
«Luca Bianchini morto subito», chiede qualcuno, ma ci si accontenterebbe già dell'ergastolo: il punto è che in pochi ci credono che l'uomo, se le accuse saranno confermate, resti in carcere. Nicolò scrive: «Conoscendo lo Stato italiano questo bastardo domani è già a casa...dovrebbero torturarlo per tutto il male che ha fatto...è ora di dire basta». E molti sono d'accordo con lui.
Su Facebook c'è un gruppo, che ha oltre 30mila iscritti, che si dice a favore della castrazione chimica e associa stupri e violenze con un necessario stop a campi nomadi e immigrazione clandestina. «Difendiamo le nostre donne, la gente è stufa delle chicchere, è ora dei fatti, è ora di dare un 'taglio' a questi avvenimenti che vanno avanti da troppo tempo...
Diamo un 'taglio' al pisello di queste bestie». Il gruppo invita tutti a iscriversi per potere raggiungere il numero che consenta di potere presentare come proposta di legge l'introduzione della castrazione chimica per stupratori e pedofili.
E se i più sono favorevoli alla castrazione chimica, c'è anche chi propende per «quella fisica, ma qualcuno dice che sia disumano», dice Carlo. E, nella certezza che il carcere non basterà perché non sconterà mai l'ergastolo, Alessandro propone di lasciarlo «in mano alle donne che hanno subìto la violenza, se sopravvive ci sono ancora i papà, le mamme, i fratelli e gli amici che si possono divertire con lui... e poi appendiamolo in piazza, per ricordare a tutti che non si deve fare».