26 aprile 2024
Aggiornato 06:00
LA GIORNATA

PD: congresso 11 Ottobre, il 25 le primarie

I congressi nei circoli si svolgeranno nel mese di settembre, mentre le convenzioni provinciali si terranno entro il 4 ottobre

ROMA - Il congresso del Pd si svolgerà domenica 11 ottobre, le primarie domenica 25 ottobre. L'ufficio stampa del Pd corregge le date. 'La data delle primarie è fissata per domenica 25 ottobre - si legge nella nota -. La Convenzione Nazionale si terrà domenica 11 ottobre. I congressi nei circoli si svolgeranno nel mese di settembre, mentre le convenzioni provinciali si terranno entro il 4 ottobre'.

Franceschini: «Per il PD serve congresso» - 14.05.00
«Il rinvio del congresso è improponibile. Lo statuto è chiaro. Serve un congresso vero per aprire una fase nuova». Lo dice Franceschini. Il segretario del Pd respinge così, alla direzione del partito, l'ipotesi di un rinvio a dopo le regionali del 2010. La Finocchiaro, chiede di separare il congresso dall'elezione del segretario: «Serve un congresso vero, profondo, senza reticenze e paure. Una competizione per la leadership rischierà di oscurare l'oggetto del congresso».

Franceschini: «No al rinvio, non temo il congresso» - 14.00.18
Dario Franceschini, nella relazione con cui ha aperto la riunione della Direzione del Pd, ha ribadito di non volere un rinvio del congresso, di non temerlo. Secondo quanto viene riferito, il segretario ha anche fatto un'analisi dell'ultima tornata elettorale rivendicando che, seppure non sia stato un successo, il partito ha mostrato segni di vitalità e ha tenuto in tante aree del Paese.

Quindi il segretario ha parlato della necessità di «un rinnovamento» per sgombrare il campo dalle «ambiguità» dicendosi intenzionato ad «investire sulla forza straordinaria del nostro territorio, sui sindaci, sugli amministratori, sui segretari locali, sui giovani parlamentari che devono essere messi in condizione di crescere verso ruoli sempre più ampi nel partito nazionale».

Rutelli: «Il PD è ripiegato su se stesso, regole da rifare» - 9.12.28
«Il Pd è in grado di competere. Ma certo non ha vinto le elezioni. Va raddrizzata la prospettiva, perché c'è un rischio evidente: che un partito nato a vocazione maggioritaria diventi un partito a vocazione minoritaria».

La vede così Francesco Rutelli che, in un'intervista a Repubblica spiega: «lo schema congressuale è sbagliato. Le primarie-plebiscito sono servite ai tempi dell'Unione per incoronare Prodi e segnalare il posizionamento degli altri candidati come Di Pietro e Bertinotti» ma adesso «con due, tre vere candidature, possono dimostrarsi un serio errore. Intanto perché avremmo potenzialmente due maggioranze diverse: una tra gli iscritti, che eleggono i livelli locali, e un'altra tra i votanti delle primarie, che sono aperte a tutti. Salvo poi - prosegue - tenere un ballottaggio tra i due meglio piazzati ristretto a mille delegati di partito».

Inoltre, osserva Rutelli, «tra una cosa e l'altra il partito sarebbe a congresso per un anno». Questo, spiega, non vuol dire eliminare le primarie. «Coinvolgiamo il massimo di cittadini, anche i non iscritti in una primaria. Sono - dice il presidente del Copasir - per un Congresso vero e candidati veri. Ma non per un'estenuante maratona. Credo che la direzione ci debba ripensare. Se necessario farsi dare un mandato da un'Assemblea Federale-lampo per adottare regole statutarie più snelle e procedure più coerenti e rapide».

Rutelli, preferisce non rispondere per ora a chi gli chiede se sia a favore di Franceschini o Bersani nella corsa alla segreteria, e aggiunge che proporrà che coloro che condivideranno il manifesto della riunione dei 'coraggiosi' che si terrà il 3-4 luglio si chiamino 'Liberi Democratici'.