28 agosto 2025
Aggiornato 02:30
RAI

Bufera su Minzolini. Convocato da Garimberti, si difende in TV

Il direttore del Tg1: «Su Berlusconi solo gossip»

ROMA - E' bufera sul Tg1 diretto da Augusto Minzolini: il presidente della Rai, Paolo Garimberti, lo convoca dopo la polemica sollevata dell'opposizione che accusa l'ex cronista della Stampa di oscurare le informazioni relative all'inchiesta di Bari e alle vicende legate alle serate nelle residenze del premier Silvio Berlusconi e lo invita ad una informazione più completa. Minzolini risponde in video, con un editoriale andato in onda nell'edizione delle 20 e spiega che dell'affaire Bari il Tg1 non ha parlato perché si tratta di "gossip" e perché "non non c'è ancora una notizia certa, né tantomeno un'ipotesi di reato".

Il pressing del Pd inizia di prima mattina con i componenti della Vigilanza che chiedono l'intervento della commissione parlamentare guidata da Sergio Zavoli e la convocazione del Consiglio di amministrazione della Rai. I democratici rilanciano i rilievi fatti a Minzolini dal consigliere Rizzo Nervo che in una nota ieri sera ricordava al direttore del Tg1 di aver "sottoscritto un documento di intenti con l'editore che impone correttezza e completezza dell'informazione del servizio pubblico radiotelevisivo e che la continua violazione di quegli impegni può rappresentare una giusta causa di risoluzione del rapporto del lavoro". Puntuale si alza il muro del Pdl in difesa di Minzolini: il portavoce Daniele Capezzone parla di "fatwa" nei confronti del direttore del tg della rete ammiraglia di Viale Mazzini, Giorgio Lainati accusa Rizzo Nervo di volerlo "intimidire" e lo definisce "un novello Robespierre che preferirebbe una giustizia sommaria sia per il direttore che per il Presidente del Consiglio".

E nel fuoco incrociato delle accuse tra Pd e Pdl Garimberti interviene convocando il direttore messo sotto accusa: un incontro di poco meno di mezz'ora, intorno a mezzogiorno, a Viale Mazzini. Il presidente della Rai ha ritenuto opportuno ricordare di persona al neodirettore del Tg1 la necessità di "completezza e trasparenza" dell'informazione. Nel frattempo si muove anche la Vigilanza: Zavoli convoca un ufficio di presidenza per la prossima settimana e dichiara cge sull'informazione Rai "vanno riscritte con urgenza le regole per renderle finalmente vincolanti: va affermato il principio secondo cui non può darsi che proprio il servizio pubblico venga meno al dovere di rispettare il pluralismo e la completezza dell'informazione".

La replica di Minzolini arriva in video, durante il Tg1 delle 20: "Dentro questa storia - si difende l'ex giornalista della Stampa - non c'è ancora una notizia certa, né tantomeno un'ipotesi di reato he coinvolga il premier e i suoi collaboratori. Accade che semplici ipotesi investigative e chiacchiericci si trasformino in notizie da prima pagina nella realtà virtuale dei media, o per strumentalizzazioni politiche, o piuttosto per interessi economici". Il direttore del Tg1 evoca anche il caso 'Sircana', il portavoce dell'ex premier Romano Prodi fotografato "in una situazione definita scabrosa". Minzolini sottolinea che certi "processi mediatici non hanno nulla a che vedere con l'informazione del servizio pubblico", sono "polemiche sul gossip nazionale solo per scimmiottare qualche quotidiano o rotocalco".

"Incredibile", "sconcertante", "arrogante", secondo Pd e Italia dei Valori l'intervento del direttore del Tg1. Mentre dalla maggioranza è il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti a difenderlo: "L'informazione pubblica segue i fatti e non i pettegolezzi. Ma questo semplice e coretto principio di giornalismo non va giù alla sinistra che ancora sogna Telekabul".