29 marzo 2024
Aggiornato 15:30

Italia-Libia: Gruppo di donne si oppone a incontro con Gheddafi

Intellettuali e scrittrici: Responsabile di pratiche disumane

ROMA - Con parole dure e accuse che non risparmiano neanche il governo italiano e le autorità dell'Unione europea un gruppo di scrittrici e intellettuali ha deciso di disertare l'incontro con Muammar Gheddafi, previsto per venerdì all'auditorium di Roma, in quanto ritiene il leader libico «uno dei principali e diretti responsabili delle pratiche disumane nei confronti di una parte dell'umanità».

Da domani al 12 giugno Gheddafi sarà in Italia e venerdì riceverà una rappresentanza di 700 donne, costituita da rappresentanti del mondo politico, della cultura e dell'imprenditoria italiane e capitanata dal ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna. Ma questo gruppo di 'ribelli' non ci sta e ha inviato una lettera al «Leader della Gran jamahiria Araba Libica Popolare Socialista», e per conoscenza ai rappresentati del governo italiano e dell'Unione europea, per spiegare le proprie ragioni.

«Siamo donne italiane, di vari paesi europei e africani estremamente preoccupate e scandalizzate per le politiche che il suo Paese, con la complicità dell'Italia e dell'Unione europea, sta attuando nei confronti delle donne e degli uomini di origine africana e non, attualmente presenti in Libia, con l'intenzione di rimanervi per un lavoro o semplicemente di transitarvi per raggiungere l'Europa - si legge nel documento - Siamo a conoscenza dei continui rastrellamenti, delle deportazioni delle e dei migranti attraverso container blindati verso le frontiere Sud del suo paese, delle violenze, della 'vendita' di uomini e donne ai trafficanti, della complicità della sua polizia nel permettere o nell'impedire il transito delle e dei migranti. Ma soprattutto siamo a conoscenza degli innumerevoli campi di concentramento, a volte di lavoro forzato, alcuni finanziati dall'Italia, in cui donne e uomini subiscono violenze di ogni tipo, per mesi, a volte addirittura per anni, prima di subire la deportazione o di essere rilasciati. Alcune di noi quei campi li hanno conosciuti e, giunte in Italia, li hanno testimoniati».

Seguono quindi alcuni di questi racconti che narrano dei soprusi e delle violenze allucinanti subiti da alcune di queste donne. «Siamo consapevoli, anche, che Lei e il suo Paese non siete gli unici responsabili di tali politiche dal momento che gli accordi da Lei sottoscritti con il governo italiano prevedono ingenti finanziamenti da parte dell'Italia affinché esse continuino ad attuarsi e si inaspriscano nei prossimi mesi e anni in modo da bloccare gli arrivi dei migranti sulle coste italiane», si legge ancora. Il gruppo si scaglia anche contro l'Unione europea perché «attraverso le sue massime cariche, si è espressa in diverse occasioni a favore di una maggiore collaborazione con il suo Paese (la Libia) per fermare le migrazioni verso l'Europa».

Chiedono infine che «ogni donna, ogni uomo, ogni bambino, venga considerato un essere umano e rispettato in quanto tale. Finché tale condizione non verrà considerata da Lei né dalle autorità italiane ed europee noi continueremo a contestare e a combattere le politiche dell'Italia, della Libia e dell'Unione europea» che violano i principi del rispetto umano.

Tra le firmatarie, le scrittrici Gabriella Ghermandi,Judith Revel, Igiaba Scego,l'atrofisica Margherita Hack e molte altre.