6 maggio 2024
Aggiornato 17:30

Sicilia, cemento depotenziato:4 arresti, sigilli a 5 impianti

Appalti in monopolio per 20 mln in province Trapani e Palermo

PALERMO - Imprese vicine a Cosa Nostra fornivano cemento depotenziato per la costruzione di edifici pubblici, tra cui anche la nuova sede in costruzione del commissariato di polizia di Castelvetrano, nel trapanese. La scoperta è stata fatta dai carabinieri del comando provinciale di Palermo che, nell'operazione 'Benny', hanno arrestato quattro persone tra cui Benedetto Valenza, 46enne imprenditore pregiudicato di Borgetto, nel palermitano, al quale nel 2001 furono confiscate 5 aziende per la vicinanza con le famiglie mafiose dei Vitale e dei Brusca, soprattutto negli anni novanta.

L'impero aziendale di Valenza, scarcerato di recente, di fatto si era ricostituito, grazie a prestanome, tutti incensurati, che risponderanno di intestazione fittizia di beni. Con Valenza, in carcere all'Ucciardone, sono stati arrestati, ai domiciliari, gli imprenditori Salvatore Lo Bello, 47enne di Castelvetrano, Salvatore Timpa, 51enne di Balestrate e Francesco Romano 60enne di Borgetto. Cinque gli impianti di calcestruzzo posti sotto sequestro, a Borgetto, Castelvetrano, Balestrate, Marsala e Alcamo, assieme a una società di trasporto merci (la 2P trasporti srl).

Di fatto, Valenza, era riuscito con il sistema dei prestanome ad aggiudicarsi appalti nelle province di Trapani e Palermo per oltre 20 milioni di euro (50 milioni il giro d'affari complessivo considerando il valore degli impianti e il fatturato annuo), ricostruendo un regime di commesse e appalti in monopolio. Tra questi, il porto di Balestrate, trenta capannoni nella zona artigianale di Partinico, il rifacimento del lungomare di Mazara del Vallo, lavori negli aeroporti di Punta Raisi e Trapani Birgi.

Secondo quanto accertato dall'inchiesta, condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo, Valenza ordinava ai propri collaboratori, a ogni nuova fornitura, di trasportare per i primi giorni il cemento previsto e successivamente, approfittando dei minori controlli da parte dei direttori dei lavori, ordinava di diluirlo aggiungendo acqua nelle betoniere o addirittura caricandole con minor quantità di quella richiesta. E' il caso del commissariato di polizia in costruzione a Castelvetrano, nel trapanese. Le analisi effettuate e i sondaggi hanno dimostrato l'utilizzo di un cemento depotenziato che «pregiudica - spiegano i carabinieri di Trapani - la stabilità dell'edificio». Nei prossimi giorni saranno estesi i controlli in tutti i cantieri interessati dalla fornitura di calcestruzzo da parte delle imprese riconducibili a Valenza.

Dal momento della sua scarcerazione, le indagini dei carabinieri di Partinico e della compagnia di Monreale si sono concentrate sui suoi movimenti. L'imprenditore più volte è stato visto nei pressi di un nuovo impianto di calcestruzzo, la Camilli Flora, sorto in contrada Sardo, nelle vicinanze della sede della Calcestruzzi del golfo, società confiscata al Valenza nel 2001 e ora in amministrazione controllata. La nuova ditta, individuale, era intestata a sua madre, e di fatto era gestita da lui. I carabinieri ci avevano visto giusto e le intercettazioni telefoniche hanno confermato l'ipotesi di indagine: Valenza aveva acquistato anche gli impianti Timpa Salvatore, la 2P di Marsala, la Calcestruzzi Lo Bello e la 2P trasporti di Alcamo. Era tornato lui il 'dominus' di ogni decisione aziendale: stabiliva prezzi, paghe dei dipendenti e contrattava le forniture con i privati e le stazioni appaltanti.

I carabinieri hanno accertato come il volume d'affari di questo impero fosse cresciuto in pochi mesi in maniera esponenziale, tanto che si è calcolato che nel complesso il gruppo aziendale aveva un fatturato annuo di quasi 15 milioni di euro. Altissima poi l'attenzione di Valenza per i lavori pubblici. Grazie alla fittizia intestazione degli impianti poteva eludere la normativa antimafia e aggiudicarsi la fornitura di calcestruzzo.

Valenza è figlio di Salvatore e nipote di Erasmo, esponenti di vertice della famiglia mafiosa di Borgetto, vittime, il 21 aprile 1983, di lupara bianca poiché uomini d'onore legati al gruppo di Gaetano Badalamenti. Valenza è già stato processato e assolto nel 2000 per associazione mafiosa. Nuovamente arrestato il 15 aprile 2005 sempre per associazione mafiosa e tentata estorsione nell'ambito dell'operazione Terra Bruciata, è stato nuovamente assolto il 27 ottobre 2007 dal Tribunale di Palermo, contro la quale il pm ha presentato appello.