25 aprile 2024
Aggiornato 01:30

Tensione a corteo studentesco Firenze, scontri e fermi

In serata 19 giovani identificati con le riprese video

FIRENZE - Scontri e tensioni a Firenze per una manifestazione studentesca, ieri al liceo Michelangelo: un ragazzo è stato picchiato in faccia con un manganello, un agente ha riportato lesioni, e in tarda serata 19 giovani, responsabili di «illeciti penali», sono stati identificati dalla Polizia dopo aver visto i filmati delle telecamere.

Secondo quanto afferma la Polizia, i manifestanti hanno aggredito un agente della Polizia Scientifica all'altezza di Via della Colonna. L'agente stava effettuando delle riprese con una videocamera. Secondo quanto raccontano i ragazzi, a quel punto sono partite prima le spinte, e poi la carica degli agenti in tenuta antisommossa, mentre i manifestanti hanno lanciato sassi in direzione di un'auto della Polizia, infrangendone il parabrezza e procurando lesioni all'agente alla guida. Successivamente, gli studenti si sono sparpagliati. Uno di loro, 16 anni, è stato portato all'ospedale di Santa Maria Nuova con alcune contusioni allo zigomo, al naso, e ad un occhio. Alcuni manifestanti sono stati fermati.

Il corteo di ieri è nato dal fatto che il preside del liceo Michelangelo ha revocato il permesso alla Rete dei collettivi di riunirsi ogni lunedì nell'aula autogestita dell'istituto: una decisione presa all'indomani dell'aggressione al gazebo elettorale del candidato sindaco Pdl Giovanni Galli, azione per la quale gli studenti negano però ogni loro responsabilità. Critiche alla decisione sono giunte da Rifondazione Comunista, che lamenta strumentalizzazioni politiche, e secondo cui la revoca del permesso «pare non casuale, ma rispondente ad una strategia, tenuto conto che il medesimo preside è non a caso candidato al Consiglio Comunale di Firenze per la lista Renzi, il quale candidato sindaco sta conducendo una vera e propria battaglia per la restrizione degli spazi di socialità in città. Prova ne sia, fra le molte, la dichiarata volontà di chiudere il centro sociale Cpa».