28 marzo 2024
Aggiornato 10:00
Giovedì 7 maggio, ore 11.30, Sala del Consiglio dell’Esu Ardsu di Verona

Il convento di Corte Maddalene diventa campus universitario. Al via la gara d’appalto

Presentazione del progetto di ristrutturazione e restauro del complesso

VERONA - Corte Maddalene, l’antico complesso edilizio situato nel cuore di Veronetta, sarà restituito alla città grazie al progetto di restauro e ristrutturazione promosso dall’Esu Ardsu di Verona. Le procedure d’appalto sono state avviate e l’inizio dei lavori è previsto per l’autunno 2009. L’importante piano è stato presentato dal Presidente dell’Esu Ardsu di Verona Samuele Campedelli.

Nella struttura dell’ex convento di piazzetta Corte Maddalene grazie agli interventi di recupero e ai successivi progetti edilizi, sorgerà un piccolo campus universitario per gli studenti veronesi che contribuirà a riqualificare l’area di Veronetta anche in prospettiva di un’integrazione con il complesso di Santa Marta in fase di ristrutturazione da parte dell’Università.

Con la nuova realizzazione aumenteranno i servizi dell’Esu per gli studenti dell’ateneo scaligero: saranno ricavati 116 posti letto in camere singole e doppie, spazi ristoro su ogni piano, sale di lettura, una sala studio per circa 200 studenti, una piccola palestra ad uso degli ospiti della residenza e una sala riunioni aperta al quartiere per attività culturali. Dei circa 5000 mq interessati dall’intervento, 1015 diventeranno area verde e 2000 saranno trasformati in posti auto per gli ospiti della residenza e per gli abitanti del quartiere.

Nel suo complesso l’intervento richiederà un impegno economico di 10.420.000 euro comprensivi dell’intervento edilizio, dell’arredo, delle dotazioni previste e della futura installazione dei sistemi fotovoltaico e solare termico per l’autoproduzione dell’energia. Il progetto è stato ideato nel rispetto dell’ambiente che tiene conto delle più recenti esigenze di risparmio energetico.

Secondo il presidente dell’Esu Ardsu di Verona Samuele Campedelli «quest’amministrazione è riuscita a portare a termine il complesso iter di un progetto partito 20 anni fa. Possiamo dirci soddisfatti della scelta di recuperare un’importante area storica della città. Il nostro impegno, del tutto in sintonia con le iniziave in corso di attuazione sulla Santa Marta e con quelle che interesseranno la Passalacqua, risponde alle esigenze di integrazione tra il quartiere di Veronetta e l’Università».

Cenni storici
Il complesso edilizio di Corte Maddalene è una delle poche testimonianze dell’antico tessuto monastico e conventuale di cui era ricca la zona di Veronetta nel XIVesimo secolo. Fu il primo monastero delle Clarisse ad essere fondato a Verona. Qui le suore dell’ordine francescano si insediarono a partire dal 1200. Secondo la tradizione a fondare il monastero di Santa Maria delle Vergini di Campomarzo, Corte delle Maddalene, detto anche delle Minorite o delle Damianite di Verona, fu Sant’Agnese, sorella di Santa Chiara, inviata a fondare molti monasteri tra cui quello di Venezia nel 1234 e quello di Mantova nel 1238.
Il primo atto relativo alla chiesa e al monastero femminile francescano di Santa Maria delle Vergini di Campomarzo risale al 1226. Il 3 marzo di quell’anno, infatti, il comune di Verona aveva concesso il luogo detto in Campomarzo a quelle «povere dame» perché vi costruissero un monastero in onore della Vergine Maria. Qui avrebbero vissuto secondo la regola «vite vel religionis pauperum dominarum de valle Spoleti sive Tuscia» (della congregazione delle povere signore della Valle di Spoleto e di Tuscia).
Nel 1300 alle prime fondatrici si unirono altre suore che, nella stragrande maggioranza, erano giovani uscite dalle migliori famiglie veronesi per nobiltà e censo che alloggiavano negli edifici che circondavano la chiesa che venivano restaurati mano a mano che la comunità s’ingrandiva. Nel 1524 la chiesa di Corte Maddalene si arricchì di un campanile progettato da Michele Sanmicheli. Il complesso fu poi restaurato nel Settecento e dopo essere stato demaniato nel 1810 fu venduto a privati. Nel 1832 donna Cherubina Cavalieri acquistò quanto era rimasto dell’antico monastero e lì si ritirò con alcune consorelle clarisse.
Nel 1844 l’imperatore Francesco Giuseppe acconsentì alla fondazione di un regolare monastero che restò tale fino al 1898, anno in cui le monache si trasferirono nell’attuale convento di Santa Chiara. L’edificio fu utilizzato per alcuni anni come asilo e fu abbandonato dopo la prima guerra mondiale..